L'antica chiesa sconsacrata: da luogo di culto a carrozzeria. Tutti i segreti di Sant'Agnese

Lunedì 17 Dicembre 2018 di Nicoletta Cozza
L'antica chiesa sconsacrata: da luogo di culto a carrozzeria. Tutti i segreti di Sant'Agnese
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PADOVA - L'idea di partenza era stata quella di allestire un luogo dove mettere insieme gli amici e le sue passioni. Collezionista da 25 anni, prima di opere di arte moderna, e poi contemporanea, non ha avuto dubbi sul fatto che l'antica chiesa sconsacrata di Sant'Agnese, situata in via Dante, cioè in pieno centro storico a Padova, una volta ristrutturata, sarebbe stata il luogo ideale per ospitare la Fondazione che porta il suo nome e quindi concretizzare il suo progetto. Roberto Peruzzo, 53 anni, imprenditore nel settore dell'energia e dell'ambiente, sta per arrivare al traguardo, ma dopo una serie di eventi che neppure lui avrebbe immaginato quando aveva acquisito quel luogo di culto sconsacrato, con un passato persino da officina. 
Durante i cantieri ha dovuto trasformarsi in una sorta di Indiana Jones, perché quel sito abbandonato e fatiscente alla fine si è rivelato uno scrigno di tesori e di sorprese: dal sottosuolo, dal pavimento, dalle pareti, e persino dalla facciata, è emerso di tutto, per la gioia degli archeologi e della Soprintendenza che hanno studiato, fotografato e catalogato i reperti. A partire dai 15 scheletri, in perfetto stato di conservazione, tra cui una mamma con il suo bambino, sottoposto ad analisi da cui è stato appurato che era morto di meningite tra il 1300 e il 1400; diverse tombe conservano ancora ben leggibili stemmi e iscrizioni risalenti al XIII secolo. La necropoli, poi, è stata ricollocata sotto il pavimento, ma immersa nella sabbia, in modo da assicurare uno stato ottimale di conservazione, mentre la copiosa documentazione raccolta verrà riportata in un libro. «In collaborazione con la Soprintendenza - spiega Peruzzo - abbiamo recuperato e studiato i reperti. Ora sono di nuovo sepolti, ma in maniera tale che, se ci sarà qualcuno che magari tra un secolo li riporterà alla luce, li ritroverà esattamente come li abbiamo lasciati noi. Quando ho acquistato la chiesetta sconsacrata da un gallerista, Rabarama morto nel 2011, pensavo proprio di restaurarla e restituirla alla città in senso culturale. La sua è una storia interessante, perché Sant'Agnese era la protettrice delle prostitute e questo luogo di culto era stato edificato vicino a una casa di tolleranza nel tentativo di redimere le ragazze che si vendevano. Con Santa Sofia è una delle più vecchie chiese padovane. In un momento successivo è stata adibita a officina e a parcheggio».
LA SCUOLA DI GIOTTOMa questa della necropoli è stata solo una delle tante sorprese che le ha riservato l'ex chiesa di sant'Agnese. «Infatti. Abbiamo anche scoperto che tra il 1600 e il 1700 gli affreschi erano stati staccati dalle pareti e utilizzati come pavimento: fortunatamente si sono mantenuti bene. Risalgono al 1200 e appartengono sicuramente alla scuola giottesca: non ci sono i volti che erano raffigurati che probabilmente sono stati portati altrove, ma mani, piedi, vesti e aureole sì. I pezzi ora sono stati riposti in 30 casse, in attesa di essere rimessi insieme. Per farlo contiamo di coinvolgere, oltre alla Soprintendenza, pure l'Università in modo da ricomporre il puzzle». E non è finita. «Dietro la canonica che è stata bombardata durante la Seconda Guerra mondiale, era stato costruito un capannone - spiega -. Scavando per demolirlo, sono stati rinvenuti quattro metri di ciottolato romano, perfettamente conservato pure questo, che copriremo con un vetro, in modo che i visitatori lo possano vedere». 
L'ULTIMA SORPRESAL'ultimissimo regalo, però, è recentissimo. «Mi sono davvero sentito Indiana Jones - confessa Peruzzo - in tutti questi anni. L'ennesima sorpresa e di pochi giorni fa, quando dietro a un muretto esterno è apparsa una statua 60 X 40 di una Madonna con il bambino, che guarda verso via Dante. E' del 1400, l'epoca in cui a Padova il Mantegna dipingeva là, e molto probabilmente era in un capitello esterno, davanti al quale la gente si fermava a pregare. È grigia, ma gli esperti che hanno effettuato un sondaggio con il laser hanno appurato che sotto c'è il colore originario. La sistemeremo e rimarrà dov'è, a disposizione della città». La chiesa ha un portale d'ingresso che risale ai primi anni del XVI secolo in pietra di Nanto, ornato con motivi floreali e animali, e con i busti dei santi Ambrogio e Agostino; c'è anche una scultura lapidea raffigurante Sant'Agnese, di Gian Maria Mosca, autore di altre opere presenti nella Basilica del santo. Il campanile del XVI secolo è stato affrescato da un pittore della scuola di Mantegna.
La Fondazione Alberto Peruzzo nelle scorse settimane aveva organizzato la mostra Guernica. Icona di pace al Museo della Terza Armata, registrando un successo di pubblico straordinario: 30mila le persone che in soli 3 giorni che avevano visitato gratuitamente la rassegna per ammirare il cartone preparatorio dell'arazzo, oggi all'Onu di New York, realizzato nel 1955 da Pablo Picasso. «Un artista - dice ancora Peruzzo - non fa altro che tradurre il contemporaneo e il proprio vissuto. Faccio un esempio: se Sironi è diventato un pittore drammatico è perché ha dipinto il ventennio appunto drammatico. Mi piacerebbe che le mostre che in futuro si terranno nella chiesa di Sant'Agnese possano far riflettere i visitatori, in un luogo che è una metafora».
I lavori, costati, svariati milioni di euro, termineranno nella chiesa alla fine del 2109 e nella canonica a giugno del 2020. «E mi piacerebbe - conclude il presidente della Fondazione - rivestire quest'ultima con una struttura monumentale opera di un artista contemporaneo. Collocarla in un edificio medievale con un campanile romanico sarebbe un percorso importante perché spesso si recupera quello che è stato, dimenticando ciò che di bello c'è oggi».
Ultimo aggiornamento: 19:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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