PADOVA - Alle 19,27 il cancellone in ferro battuto si è abbassato. Inghiottito dal pavimento, ha spalancato l'ingresso di Palazzo Moroni che dà su via VIII Febbraio. Elisabetta Alberti Casellati, stringendo la mano del nipotino Giancarlo, seguita dalla figlia Ludovica, dal marito Giambattista, e da Barbara Degani, è entrata a piedi in Comune, accolta dal prefetto Renato Franceschelli e dal sindaco Sergio Giordani. La presidente del Senato, infatti, ha voluto che il primo appuntamento istituzionale da numero uno di Palazzo Madama avvenisse proprio nella sua città. Un segno di attaccamento a Padova da parte dell'esponente forzista, ma anche di stima nei confronti del primo cittadino eletto l'estate scorsa con il sostegno del centrosinistra e con il quale i rapporti sono sempre stati ottimi, anche prima della prestigiosa nomina dell'altro ieri. Poi la seconda carica dello Stato è salita in Sala Paladin, dove ad attenderla e ad accoglierla con un applauso c'erano parlamentari, le massime autorità civili, la giunta al completo, oltre ad esponenti della Regione e della Provincia. In prima fila pure il vescovo monsignor Claudio Cipolla e il rettore Rosario Rizzuto.
«Le saremo vicini in maniera non formale - l'ha salutata Giordani - consapevoli che è stata chiamata a ricoprire un incarico di grande responsabilità, ma certi nel riconoscere in lei saggezza, equilibrio e professionalità. Nel suo discorso di insediamento a Palazzo Madama ho ritrovato moltissimi concetti di fondamentale importanza che suonano come un monito su quelle che sono le nostre responsabilità davanti ai cittadini e che devono spingerci a una sempre più appassionata gestione della cosa pubblica»...
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