CAMPOLONGO - Due famiglie con 4 figli (tra i 4 e i 12 anni) prigioniere in via Giare a Campolongo Maggiore: da una parte i binari della linea Fs Adria-Venezia, dall'altra un fossato. Quella che sembra una vicenda fantozziana è la realtà quotidiana con la quale convivono da quando nel 2004 la 65enne Emilia Tommasi, proprietaria di un fondo agricolo, presenta al Comune la richiesta di realizzare una bifamiliare per i figli.
La concessione, dopo esami burocratici, ebbbe il benestare, ma il passaggio a livello che porta alle abitazioni è vietato al traffico stradale quindi il Comune trovò un terreno confinante sul quale realizzare la nuova strada per aggirare i binari. Solo più tardi si rese conto che tale zona era in comune di Piove di Sacco (provincia di Padova), che naturalmente cadde dalle nuvole. Nel frattempo sono passati quasi 13 anni e si sono succeduti tre sindaci. Le due famiglie sono così costrette a percorrere illegalmente la stradina poderale col fondo in terra per superare il passaggio a livello, ufficialmente soppresso da Sistemi territoriali spa dal 2004.
«I miei nipoti rischiano ogni giorno la morte - protesta nonna Emilia - Tre sindaci non sono bastati per definire la questione». Per ovviare al problema, la società ferroviaria aveva dato la propria disponibilità a sovvenzionare la realizzazione della nuova strada, lunga poco più di un centinaio di metri.
Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 12:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA La concessione, dopo esami burocratici, ebbbe il benestare, ma il passaggio a livello che porta alle abitazioni è vietato al traffico stradale quindi il Comune trovò un terreno confinante sul quale realizzare la nuova strada per aggirare i binari. Solo più tardi si rese conto che tale zona era in comune di Piove di Sacco (provincia di Padova), che naturalmente cadde dalle nuvole. Nel frattempo sono passati quasi 13 anni e si sono succeduti tre sindaci. Le due famiglie sono così costrette a percorrere illegalmente la stradina poderale col fondo in terra per superare il passaggio a livello, ufficialmente soppresso da Sistemi territoriali spa dal 2004.
«I miei nipoti rischiano ogni giorno la morte - protesta nonna Emilia - Tre sindaci non sono bastati per definire la questione». Per ovviare al problema, la società ferroviaria aveva dato la propria disponibilità a sovvenzionare la realizzazione della nuova strada, lunga poco più di un centinaio di metri.