I baby bulli dopo le botte al 12enne: «Per noi era un gioco»

Mercoledì 30 Gennaio 2019 di Gabriele Pipia
I baby bulli dopo le botte al 12enne: «Per noi era un gioco»
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PADOVA -  Sette ragazzini identificati, 4 ascoltati in caserma assieme ai genitori. I carabinieri hanno concluso l’indagine sul presunto caso di bullismo a scuola capitato lo scorso 23 novembre in un comune dell’area termale, dove un dodicenne era finito in pronto soccorso per le botte ricevute in bagno. I protagonisti dell’episodio hanno tutti meno di quattordici anni e quindi non sono perseguibili penalmente, ma il fascicolo con la ricostruzione dettagliata dei fatti è stato comunque inviato alla Procura dei Minori, cui spetta l’ultima parola su questa brutta vicenda.  «Era solamente un gioco» hanno detto gli alunni, cercando di sminuire il tutto. «Ma alla fine mio nipote è  stato a casa da scuola più di un mese. Per lui non è stato affatto un gioco» racconta la nonna della vittima, con il tono preoccupato di chi ha visto con i propri occhi lo shock di quel ragazzino. 
LA DENUNCIA
Il fatto era accaduto in una scuola media ai piedi dei colli euganei. All’interno del bagno un gruppo di ragazzini aveva preso di mira il compagno, accerchiandolo e deridendolo. Alcuni si limitavano a guardare la scena divertiti mentre altri, i “leader” del gruppo, lo colpivano, tanto da costringerlo alle cure del pronto soccorso. Il referto medico parlava inizialmente di dieci giorni di prognosi, ma alla fine l’alunno è stato a casa da scuola molto di più. Oltre ai dolori fisici, infatti, c’era da alleviare il malessere psicologico. 
I genitori avevano immediatamente raccontato tutto alla preside e ai carabinieri, presentando denuncia. In questi due mesi i militari hanno ottenuto massima collaborazione dalla dirigente scolastica e hanno ascoltato pure la testimonianza di due insegnanti, prima di ricevere i ragazzini ritenuti responsabili di quei fatti e i loro genitori. Da parte degli alunni è arrivata una parziale ammissione: «Sì, ci trovavamo in quel bagno e abbiamo esagerato. Ma si trattava solamente di un gioco, nulla di personale». Questa è stata la loro difesa.
I carabinieri si sono mossi in silenzio, cercando di non intaccare ulteriormente la serenità dell’ambiente scolastico. Nessun blitz in divisa, nessuna auto con sirena davanti all’istituto. Hanno agito con la massima delicatezza, ma sono andati fino in fondo. Poi hanno compilato un’accurata relazione descrittiva dei fatti e hanno inviato le carte alla Procura. 
LA MASSIMA TUTELA
«Mio nipote è rientrato a scuola solo dopo le vacanze di Natale, in accordo con il medico - spiega la nonna -. Ora va tutto bene e lui è completamente tutelato dalle insegnanti, ma dodici anni è un’età delicata e questi episodi possono lasciare un segno. Lui comunque adesso sta bene, è dispiaciuto per aver perso un mese di scuola ma è determinato a recuperare in fretta il tempo perso». 
Gabriele Pipia
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Ultimo aggiornamento: 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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