PADOVA - Un esposto in Procura a Padova per fare luce sulla reale causa della morte di Angelo Pangrazio, 65enne giornalista del Tgr Veneto morto lo scorso 25 dicembre dopo essere stato operato al cuore all'Azienda Ospedale-Università di Padova. Lo aveva depositato a inizio gennaio Claudia, la vedova di Pangrazio, che nei giorni scorsi ha consegnato alla Procura euganea anche un'integrazione al documento.
«Voglio risposte certe, voglio capire quale batterio ha ucciso mio marito e come ha fatto a contrarlo», spiega la donna.
«A più riprese in questi mesi ho chiesto all'Azienda ospedaliera di Padova di approfondire la vicenda per ottenere una risposta definitiva, ma non è servito».
Era il 22 dicembre: Pangrazio era entrato in sala operatoria per poi rimanere ricoverato in terapia intensiva tre giorni, morendo il giorno di Natale senza aver mai ripreso conoscenza. «Il 24 dicembre mi dissero che c'erano dei problemi e che avevano fatto partire una serie di esami per identificare il batterio», spiega la vedova. L'infettivologo metteva per iscritto di aver chiesto le emoculture, ma il 19 gennaio il direttore del reparto avrebbe detto alla moglie di Pangrazio che quegli esami non erano stati mai richiesti. Versione poi confermata, il 9 febbraio, anche dalla Direzione medica. L'esposto in Procura segnala dunque delle anomalie nelle cause del decesso e chiede che vengano eseguite delle indagini per chiarire eventuali responsabilità penali nella morte, ponendo dubbi sulla presenza di batteri e lo stato di preservazione degli ambienti operatori. L'Azienda Ospedale-Università di Padova non ha rilasciato dichiarazioni.