Richiedenti asilo come "schiavi" per raccogliere uva nei campi

Sabato 14 Aprile 2018 di Marco Aldighieri
Richiedenti asilo come "schiavi" per raccogliere uva nei campi
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PADOVA - Sfruttati come lavoratori in “nero” da chi non li vuole in paese. Ad Agna per i suoi cittadini, compreso il sindaco, i profughi hanno sempre rappresentato un problema di sicurezza. Il comune, poco di poco più di tremila abitanti schiacciato tra Bagnoli di Sopra e Pegolotte di Cona nel veneziano i centri con i due hub per richiedenti asilo politico ricavati da due ex basi dell’aeronautica, non si è mai arreso ad essere terra di “conquista” di migliaia di immigrati. La “bomba” è esplosa tra il luglio e il novembre del 2015 quando nei tre comuni sono piombati 2.600 migranti e i residenti sono insorti. «Vadano via da qui» è il motto di chi abita in questa fetta di provincia padovana al confine con Venezia. Eppure a qualcuno quei richiedenti asili dell’hub di Conetta sono serviti per la vendemmia dell’anno scorso.

L’uva in un’azienda vinicola di Agna andava raccolta e così il titolare, padovano doc, si è rivolto a un’agenzia di Bottrighe di Adria in provincia di Rovigo per reclutare la manodopera. Il padrone è il marocchino Khalid Faiz di 37 anni, ora iscritto nel registro degli indagati per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Il nordafricano, secondo l’accusa rappresentata dal sostituto procuratore Benedetto Roberti, ha arruolato 8 richiedenti asilo bengalesi provenienti da Conetta sottopagandoli o non pagandoli.

 
Ultimo aggiornamento: 11:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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