Padova. Tragedia alle Acciaierie Venete, i periti della Danieli: «La siviera dell'incidente fu modificata»

Mercoledì 31 Gennaio 2024 di Marco Aldighieri
Padova. Tragedia alle Acciaierie Venete, i periti della Danieli: «La siviera dell'incidente fu modificata»

PADOVA - «Quella siviera è stata modificata». È quanto hanno dichiarato i consulenti tecnici delle Danieli Group di Buttrio in provincia di Udine, ieri davanti al giudice Mariella Fino del Tribunale monocratico di Padova, al processo per il tragico incidente ad Acciaierie Venete del 13 maggio 2018, costato la vita a due operai, Sergiu Todita e Marian Bratu. Insomma Danieli scarica la colpa su Acciaierie Venete: società in contrasto tra loro in un'aula di tribunale, ma unite nell'editoria in Nem Spa. Chi vincerà questo derby veneto-friulano? Lo si saprà il prossimo 19 di marzo, giorno fissato per la lettura della sentenza. Intanto ieri hanno testimoniato, per conto della Danieli, il professore Paolo Pennacchi (già consulente per la procura di Verbania nella tragedia del Mottarone) e l'ingegnere perugino Simone Fondacci. «I pezzi su quella siviera (un recipiente atto a contenere metallo fuso, ndr) erano diversi» hanno dichiarato in aula. «Forse sono stati modificati con un flessibile o uno scalpello» hanno sottolineato. In sostanza, secondo Danieli, il suo prodotto originale è stato modificato da Acciaierie Venete. Dunque, non esiste alcun errore progettuale ma, ancora secondo gli esperti nominati da Danieli, «Qualcuno all'interno dell'acciaieria ha messo mano alla ghiera e al traversino, in questo modo la siviera ha lavorato in modo non corretto e il perno ha ceduto».

L'INCIDENTE

Era domenica, alle 8 del mattino, quando una siviera carica di acciaio fuso, circa 90 tonnellate a 1.600 gradi, è caduta a terra travolgendo come una bomba di fuoco quattro operai che stavano lavorando all'interno di un capannone delle Acciaierie Venete e che non avrebbero dovuto essere lì sotto. Sergiu Todita, 39 anni, sposato e con una figlia di 14 anni, è morto dopo un mese dall'incidente all'ospedale di Cesena per le ustioni riportate su tutto il corpo. Marian Bratu, 44 anni, è sopravvissuto sette mesi in più ed è deceduto il pomeriggio di Santo Stefano nel suo letto di ospedale nel Centro Grandi Ustionati di Padova. Gli imputati sono accusati a vario titolo di omicidio e lesioni colpose, e di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro. Sono Alessandro Banzato e Giorgio Zuccaro rispettivamente presidente e direttore di Acciaierie Venete.

Poi di Danieli Centro Cranes l'ex presidente del Cda Nicola Santangelo e Giancarlo Tonoli ex consigliere con delega all'esecuzione dei collaudi. Quindi per Danieli & C il presidente Giampiero Benedetti e l'ad Giacomo Mareschi Danieli. Infine per la Hayama Teac Service (ditta incaricata alla manutenzione degli impianti) l'ad Vito Nicola Plasmati. Acciaierie Venete, attraverso il suo pool di avvocati, ha ricordato come i consulenti nominati dalla Procura (il pm ora è Marco Brusegan, prima c'era Valeria Sanzari) «Hanno espresso, con assoluta terzietà, conclusioni esaustive e documentate in base alle quali la causa dell'incidente è riconducibile ad un ambito del tutto estraneo alla posizione di Acciaierie Venete ed a qualsiasi ipotetica competenza o responsabilità della società». Inoltre, anche ieri in aula, hanno sottolineato come i loro consulenti non abbiano potuto partecipare agli accertamenti tecnici non ripetibili, tanto da falsare il processo. Ma su questo punto il giudice si deve ancora esprimere.

L'ALTRA INDAGINE

Intanto proseguono le indagini sull'altro incidente ad Acciaierie Venete, quando all'ora di pranzo del 27 ottobre dell'anno scorso 4 operai sono rimasti feriti a seguito di una esplosione, avvenuta nello stesso capannone della siviera caduta. Gli iscritti nel registro degli indagati sono tre: la società, il direttore dello stabilimento Christian Frelich e un operaio. 

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