Zecche, è vero allarme: triplicati i casi di Tbe e tanti in pronto soccorso per farsele togliere

Martedì 3 Luglio 2018 di Alessia Trentin
Zecche, è vero allarme: triplicati i casi di Tbe e tanti in pronto soccorso per farsele togliere
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BELLUNO-  Invasione di zecche nel Bellunese: i dati sono allarmanti. Sono già 13 i casi di Tbe diagnosticati dal reparto malattie infettive del San Martino, un numero altissimo, tre volte superiore rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno. L'azienda sanitaria è preoccupata, il territorio si trova davanti ad una vera e propria emergenza e l'unico modo per arginarla è la prevenzione. «I dati relativi ai casi di Tbe registrati a metà stagione sono preoccupanti fa sapere la direzione generale dell'Usl 1 Dolomiti -. Attualmente sono 13 le persone coinvolte, più una paziente al momento ricoverata all'ospedale di Brescia per encefalite da morso da zecca contratta sul nostro territorio, a Farra di Mel». Questi sono i casi diagnosticati, a cui si aggiungono le decine e decine di accessi al pronto soccorso di chi, trovandosi l'acaro addosso, si reca in ospedale per farlo togliere da mani esperte. Un  recente convegno tenutosi il 29 giugno a Verona, a cui hanno partecipato diversi esperti delle patologie trasmesse da zecche e oltre 200 infettivologi, ha messo in luce come le patologie trasmesse dall'acaro siano in notevole aumento. E quello in corso è un vero e proprio anno horribilis. Nel 2018, infatti, condizioni ambientali particolarmente favorevoli hanno determinato un notevole aumento della popolazione di zecche in provincia.

Sono conseguentemente aumentati anche i morsi e gli accessi in ospedale, a Belluno come nei territori di Verona, Vicenza e Treviso. Nella provincia di Belluno negli ultimi 10 anni sono stati notificati 132 casi di malattie di lyme e di Tbe; un numero molto alto, si parla del 40% della casistica nazionale, che consegna al territorio un primato di cui si farebbe volentieri a meno. L'Usl 1 Dolomiti, proprio per questo, è diventato un centro di riferimento regionale e italiano su questo ambito di ricerca e di cura. L'unico modo per correre ai ripari e frequentare con buona tranquillità boschi e prati, è vaccinarsi. La diffusione del vaccino, negli anni, è cresciuta di pari passo con la consapevolezza della popolazione dei rischi legati all'acaro. Così nel 2017 sono state 4488 i cittadini del distretto di Belluno che si sono sottoposti alla punturina e 855 quelli del distretto di Feltre. Numeri che, oggi, portano la popolazione protetta a contare circa 10 mila persone, in provincia. Ma non basta. La profilassi è fondamentale, tuttavia occorreva pensarci prima; le liste d'attesa sono piuttosto lunghe, si parla di circa un mese. Il costo della dose è di 47 per adulti, 37 per i bambini; sono necessarie tre somministrazioni più i richiami ogni tre e poi cinque anni.
Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 14:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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