Wanbao Acc sull'orlo del baratro: licenziati in 93

Venerdì 13 Luglio 2018 di Eleonora Scarton
Wanbao Acc sull'orlo del baratro: licenziati in 93
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MEL - Acc, il baratro a un passo: si allontana l'ipotesi delle 6 ore e l'appello lanciato alle aziende del territorio per assorbire gli esuberi stanno inesorabilmente cadendo nel vuoto. Un incubo per le famiglie dei dipendenti: sul loro futuro si addensano minacciose le nubi dell'incertezza. Scenari già visti in questi anni di crisi e di chiusure, a tutte le latitudini, ma che ora viviamo nei nostri paesi con il loro carico di angoscia e di preoccupazione che portano con sè.

IL PUNTO
L'ultimo capitolo di un calvario scandito da piccole speranze e cocenti delusioni risale a mercoledì quando era in calendario l'incontro tra le organizzazioni sindacali e i vertici della Wanbao Acc: doveva servire a trovare un punto d'intesa per azzerare o almeno ridurre al minimo le fuoriuscite dallo stabilimento zumellese. Trapela poco: per correttezza i sindacalisti preferiscono illustrare i contenuti del confronto prima ai lavoratori riuniti in assemblea. I dettagli emergeranno dunque nelle prossime ore dopo che i dipendenti saranno stati aggiornati. Contestualmente verranno anche decise le eventuali forme di protesta da mettere in atto per difendere i posti di lavoro oggi più che mai traballanti. Lo avevano già annunciato qualche settimana fa; se non si riuscirà ad azzerare il numero degli esuberi siamo pronti a scendere in piazza a manifestare. Una prospettiva che diventa, purtroppo, sempre più concreta. 

IL PIANO INDUSTRIALE
Il piano industriale presentato dalla Wanbao prospetta 120 esuberi. Nei mesi scorsi era stato sottoscritto dai sindacati un accordo con la Wanbao Acc per l'apertura di una mobilità su base volontaria: hanno aderito una trentina; si tratta per lo più di lavoratori vicini alla pensione o che hanno deciso di intraprendere nuove strade professionali. A rischio, quindi, restano 93 dipendenti. Al loro indirizzo, il prossimo 18 luglio, partiranno le lettere di licenziamento collettivo; licenziamento che partirà poi effettivamente dal 30 settembre quando scadrà la cassa straordinaria che la dirigenza cinese ha annunciato di non voler più richiedere. Tutti per strada quindi dal primo di ottobre. 

LE OPZIONI
Fino a mercoledì 18 luglio i tempi sono strettissimi e diventa complicato trovare una soluzione. La prima ipotesi avanzata è stata quella di attivare turni di sei ore giornaliere invece che di otto; una soluzione percorribile anche se da una parte vorrebbe dire ridurre lo stipendio dei lavoratori del 25% e, secondariamente, non comportebbe l'azzeramento degli esuberi, ma solo la loro riduzione. Ne rimarrebbero ancora 30. L'obiettivo della dirigenza è infatti quello di ridurre i costi, ma, con le sei ore, non si riuscirebbero a tagliare tutte le risorse che verrebbero risparmiate con 90 esuberi. L'azienda però non sembra abbia alcuna intenzione di procedere in questa direzione e quindi questa opzione è scartata. La seconda soluzione, quella che tutti auspicano, è una presa di coscienza da parte del territorio. Sindacati ed istituzioni (locali e regionali) hanno invitato le aziende del territorio di qualunque settore ad assumere i lavoratori in esubero dallo stabilimento zumellese. Dai destinatari dell'invito, tuttavia si alza solo un assordante e drammatico silenzio. Neppure da Confindustria, che raggruppa proprio la maggior parte delle aziende, arrivano segnali postivi in questo senso. Questo certamente non è un buon presupposto. Le lettere partiranno il 18 luglio, ma, da lì al 30 settembre, c'è ancora un po' di tempo per trovare una soluzione e proseguire nella trattativa anche se, al momento, sembrano non esserci più sul tavolo opzioni da discutere. Dopo l'incontro di mercoledì e le assemblee con i lavoratori che si svolgeranno oggi, lunedì si terrà un nuovo incontro del consiglio di sorveglianza socio istituzionale in municipio a Mel.
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