Walter Locatello, la disperazione del padre: «Ho sentito solo urlare papà, papà mentre la corrente lo portava via»

Martedì 7 Novembre 2023 di Lauredana Marsiglia
Walter Locatello trovato morto nel lago di Santa Croce

ALPAGO (BELLUNO) - «Era partito apposta da casa per venire a controllare il livello del torrente dopo che avevano lanciato lo stato di pre allerta. Non è vero che stava mettendo dei sacchi di sabbia come è stato scritto in questi giorni».
Giacinto Locatello, padre di Walter, il vigile del fuoco 44enne ritrovato morto nel lago dopo che giovedì sera era scivolato nel torrente in piena vicino alla casa di famiglia a Puos, non ha molte parole da spendere.

Il dolore è come piombo che pesa nel cuore, toglie il fiato e le parole.


«LO FACEVA SEMPRE»
Non è ancora tempo di raccontare, ma solo di realizzare che l’incubo si è trasformato in realtà dopo che per quattro giorni si è sperato in un miracolo. Che non c’è stato. «Aveva preso la pila - prosegue il padre - per andare a controllare il livello dell’acqua, come faceva sempre. Poi ho sentito urlare papà, papà». Giacinto non aggiunge altro, si scusa, saluta e va a prendere la legna per accendere il fuoco. Il via vai di persone è stato talmente continuo da non aver lasciato nemmeno il tempo di compiere i soliti gesti quotidiani.


ARRIVA ANCHE IL SINDACO
Ma non c’è tregua in via Cesare Battisti, la gente continua ad arrivare per portare il proprio cordoglio, per stare vicino a dei genitori colpiti da un lutto che il tempo non potrà sanare. Walter, tra l’altro, era figlio unico. Arrivano anche il sindaco di Alpago, Alberto Peterle, e la sua vice, Marina Zoppè. «Non ci sono parole» affermano incamminandosi verso la casa dei Locatello. Il cordoglio è visibile nei loro volti. Non è proforma istituzionale, ma un sentire umano di fronte alla morte di un giovane uomo che solo un paio di mesi prima era diventato papà, dipinto come una persona perbene, disponibile anche se riservata. La sua grande passione era fare il vigile del fuoco e dopo vari tentativi, una decina di anni fa, era riuscito a diventare effettivo. Quella divisa ce l’aveva cucita sulla pelle, perché anche fuori servizio restava operativo. Proprio come giovedì sera.


TRADITO DALLE SPONDE
La sua macchina, con il fiocco azzurro del figlio nato da poco, è ancora lì, doveva l’aveva lasciata. Era partito dalla sua abitazione in via del Lago, sempre a Puos, dove abitava con la compagna Sybil, per raggiunere via Cesare Battisti e controllare quel torrente, detto Riù o anche Vecchio Tesa, imbrigliato tra due sponde di cemento alte un paio di metri, prive di protezioni laterali. Con la pila aveva percorso i pochi metri che separano la casa dal canale. Cosa sia accaduto con precisione non lo saprà mai nessuno. Forse è scivolato o forse è inciampato, finendoci dentro. Walter, da quanto raccontato dal vicino di casa che con il padre ha tentato di salvarlo, cercava disperatamente di aggrapparsi alla parte in cemento che però non offre appigli di emergenza.
Al disperato tentativo di resistere alla corrente si è aggiunto quello di lanciarli una corda che Walter ha cercato di prendere, salvo poi venire travolto dalla forza dell’acqua ed essere trascinato per circa tre chilometri e sfociare nel lago di Santa Croce. Il corpo è stato trovato solo lunedì, poco prima delle 14, a 150 metri dalla foce del torrente e a circa 2 metri di profondità. 

Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 07:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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