Codissago: chiesetta di Santa Maria Assunta profanata

Mercoledì 6 Marzo 2019 di Marco D'Incà
La chiesetta di Codissago profanata dai vandali
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Prima hanno forzato il portone d’ingresso. Poi, una volta entrati in chiesa, sono riusciti a sfondare la porta della sagrestia. E, non contenti, hanno urinato nell’acquasantiera. Un episodio increscioso sconvolge la quotidianità di Codissago. Perché la chiesa, intitolata a Santa Maria Assunta, è stata presa di mira dai vandali. E sfregiata con un atto inconcepibile.  
LA SCOPERTA 
Per risalire alle radici dell’episodio, è necessario riavvolgere il nastro di un paio di giorni: è lunedì pomeriggio, quando il sagrestano raggiunge l’edificio di culto con l’intento di sistemarlo in vista della messa delle Ceneri (in programma oggi). Ma qualcosa non torna: appare subito evidente. In particolare, il portone è socchiuso. E si tratta di un’anomalia, visto che, dopo la cerimonia di domenica, tutto era stato sprangato. Di lì a poco, l’amara sorpresa: la stanza in cui vengono custoditi gli arredi sacri e le vesti liturgiche è aperta. E la porta è letteralmente sfondata. Non solo: a rendere il quadro ancor più raccapricciante è l’immagine dell’acquasantiera trasformata in orinatoio.
VIOLATA LA SPIRITUALITÀ 
Le perdite materiali, in realtà, sono pressoché nulle. Perché i balordi, forse alla ricerca di denaro, non hanno portato via nemmeno un candeliere. A ferire, piuttosto, è una mancanza di rispetto che sconfina nella blasfemia: «Sono molto amareggiato - è il commento del parroco, don Alessio Strappazzon -. Anche perché qui, nel territorio, c’è una Caritas che funziona benissimo ed è sempre a disposizione di chiunque. Non serve rubare in chiesa». Difficile capire chi possa essersi macchiato di un gesto così vergognoso. Le ipotesi sono le più varie: dai disperati in cerca di qualche spicciolo a ladri di professione. A meno che non si sia trattato di una bravata: «Dispiace, questa è una violazione dell’intimità spirituale - riprende il sacerdote -. Una violazione che comprende l’intera collettività. La chiesa è il luogo in cui si salutano i defunti. E si accolgono i bambini nati da poco. Insomma, è il luogo di tutti». Di fronte a una simile dinamica, ci si sente inevitabilmente impotenti: «Ora verrà rifatta la chiusura del portone d’entrata. Prima c’era un catenaccio, ma a quanto pare non basta. Provvederemo quindi a fissare una sbarra di ferro. In più, sarà sostituita la porta della sagrestia». E così, il paese noto pure oltre i confini nazionali per la straordinaria storia degli zattieri, si ritrova al centro della cronaca in seguito a un evento difficile da prevedere. Ma anche da capire e da metabolizzare. 
IL SINDACO 
«È un episodio che va condannato in maniera totale - incalza il sindaco di Longarone, Roberto Padrin - sotto tutti i punti di vista. Valuteremo con i nostri mezzi se sarà possibile risalire ai colpevoli. In ogni caso, di fronte ad atti del genere il dispiacere è sconfinato. E induce a riflettere sulla società di oggi, sulla mancanza di valori e di rispetto. Anche per i luoghi sacri». Le situazioni di disagio aumentano. E si toccano con mano: «I problemi quotidiani, a livello sociale, sono i più complicati da affrontare per un sindaco. E un amministratore in generale. Ecco perché vale la pena ricordare che esistono strutture di assistenza sociale sempre più forti». 
Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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