VAL DI ZOLDO (BELLUNO) - «Ci dobbiamo occupare prima delle cittadinanze iure sanguinis e poi dei nostri residenti: questo vuole lo Stato».
IL SERVIZIO
«E non è certo un problema che riguarda solo Val di Zoldo», fa presente il sindaco De Pellegrin che spera che anche altri suoi colleghi si facciano avanti per segnalare il problema. «Decine e decine di Comuni sono sommersi di pratiche. Qualcuno vorrà prima o poi andare alla “radice” del problema?», insiste. «Dovrò limitare le ore di apertura al pubblico dell’anagrafe - allarga le braccia il sindaco -. Priorità alle pratiche dei cittadini italo-brasiliani per scongiurare di esporre il Comune a ulteriori ricorsi, denunce o richieste di risarcimento. Ci occuperemo prima delle cittadinanze iure sanguinis e poi dei nostri residenti visto che questo vuole lo Stato». E sulla bandiera brasiliana in Municipio il primo cittadino afferma: «A tutti gli effetti l’ufficio di stato civile, l’anagrafe e l’elettorale lavorano prevalentemente per il Brasile, non più per i cittadini italiani e a discapito dell’efficienza dei servizi per questi ultimi».
L’ARRETRATO
Sono 551 gli atti di stato civile provenienti dall’estero che aspettano di essere trascritti nel comune di Val di Zoldo. Le richieste più risalenti sono del 2018-2019. «Un arretrato che cresce esponenzialmente da quando la cittadinanza iure sanguinis, enorme business, che non sempre rispetta i crismi della legalità, può essere riconosciuta anche per via giudiziale - spiega il sindaco - anziché per via amministrativa, tramite il Consolato italiano di residenza all’estero, come accadrebbe di norma. Il motivo? In Consolato l’attesa per il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis è di decenni, così è arrivato l’escamotage geniale di chiedere il riconoscimento tramite un Tribunale italiano, scavallando, se si hanno i denari per nominare un avvocato in Italia, la fila consolare, col risultato che sui Comuni viene scaricata la trascrizione di decine e decine di atti di nascita, matrimonio, divorzio, morte. E poi vanno iscritti in Aire e poi nelle liste elettorali. E avanti». «Questo accade ormai senza soluzione di continuità - spiega il sindaco -. Arriva il corriere e scarica il pacco di atti con in cima la sentenza del Tribunale, in genere di Roma, con tanto di ordine di adempimento. E quindi che si fa? Si prova a tamponare, rincorrendo le diffide degli avvocati che invocano denunce per omissione di atti d’ufficio, risarcimenti e ricorsi per le mancate trascrizioni. Ma visto che non esistono solo le pratiche dei brasiliani da gestire si rimane indietro e prima o poi il ricorso arriva, come è appena accaduto a Val di Zoldo».