L'esperto di terremoti: «Preparatevi, tornerà il grande sisma: ecco perché»

Martedì 28 Agosto 2018 di Daniela De Donà
Carlo Doglioni (al centro)
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BELLUNO - La terrà tremerà anche in provincia. O meglio: è illusorio credere che non venga. «A Belluno ci sono stati in passato e ritorneranno, di magnitudo 6, anche se non sappiamo quando». Non usa giri di parole, né edulcoranti Carlo Doglioni, tra i massimi esperti del settore: nato nel 1957 a Feltre, a cui è legato e dove torna regolarmente, fa attualmente parte della Commissione grandi rischi, docente alla Sapienza di Roma è ora presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, nonchè membro dell' Accademia dei Lincei e dell'Accademia dei XL. Ha parlato, ieri, al Centro Giovanni XXIII in un affollato incontro organizzato da Ordine degli Ingegneri di Belluno, Ordine dei geologi del Veneto, Rotary club di Belluno, Feltre, Cadore, Cortina. 
 Non solo l'Alpago è a rischio: «Tra la pianura veneta e l'area alpina i dati gps dimostrano un raccorciamento di due millimetri all'anno circa è la premessa - il che significa che ogni tre secoli una faglia si può attivare muovendosi di 60 entimentri, tra i cinque e i quindici chilometri di profondità».

L'effetto? «Questo può provocare sotto le prealpi venete un terremoto di magnitudo anche maggiore di 6». E che dire degli strani boati nella zona del Fadalto e Lago Morto? «I boati che si sentono derivano, con molta probabilità, da sifonamenti causati dal movimento d'acqua nelle cavità carsiche». 
PRECURSORI SISMICIC'è da chiedersi se ci siano dei segni premonitori, per essere pronti: «Non abbiamo ancora affidabili precursori sismici, ma li stiamo studiando», sono le parole di Carlo Doglioni. Non facile: «Perchè a seconda degli ambienti tettonici i segnali possono essere opposti». Come accade nell'osservazione del comportamento delle falde acquifere: «A volte si è registrato un rialzo prima del sisma, altre volte un abbassamento. Perchè i fluidi reagiscono in modo differente».
SISMA E SCUOLAItalia, Grecia, Turchia: unite dall' alta pericolosità sismica. «Ecco perchè auspico che si crei un servizio geologico europeo. E che si istituisca, nelle scuole, una giornata dedicata al ricordo e allo studio dei terremoti. Magari in corrispondenza con l'anniversario di un sisma: 13 gennaio del 1915 nella Marsica, 23 novembre del 1980 in Irpinia. Perchè in Italia un qualche terremoto ci sarà sempre. Li stiamo studiando. E' come per i tumori 50 anni fa: siamo iniziando a conoscerli sempre di più».
Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 12:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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