La variante Lentiai-Mel è aperta da anni, colpo di scena: «È abusiva»

Domenica 24 Giugno 2018 di Olivia Bonetti
La tangenziale tra Lentiai e Mel
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«Compiere tutti i passi, ora per allora, della procedura necessaria per valutare l’impatto ambientale della variante di Bardies–Lentiai». Lo ordina il Consiglio di Stato con la sentenza pubblicata venerdì. La decisione (presa dal collegio della Sezione Quarta nella camera di consiglio del 24 maggio) mette la parola fine sul caso, dopo 8 anni di ricorsi, sospensive e una sentenza della Corte Costituzionale. Nella vicenda anche una sentenza che ha dichiarato “fuorilegge” la norma regionale, che aveva permesso di “saltare” la Via, Valutazione di Impatto ambientale, per la strada Bardies-Lentiai (è lunga 3 chilometri e 300, quindi al di sotto dei 5 chilometri minimi previsti dalla norma regionale per l’obbligo di Via). Ora quindi si riparte con lo “screening” per stabilire se l’impatto sull’ambiente, in  relazione alle caratteristiche del progetto e alla localizzazione, comporta la necessità dello svolgimento di Via, valutazione di impatto ambientale. «In caso affermativo - dice il Consiglio di Stato - le amministrazioni dovranno garantire che tale valutazione sia effettuata».
LA BATTAGLIA
Tutto inizia con il ricorso al Tar, proposto nel 2010 dai cittadini, un comitato di 18 persone, proprietari di terreni dove sarà realizzata la nuova via di comunicazione tra i due Comuni. Si sono subito mobilitati. Erano in tempo, prima della realizzazione della strada. Hanno dato incarico ai loro legali, gli avvocati Pierluigi Cesa di Belluno e Matteo Cerruti di Rovigo, e si sono battuti fin dall’inizio per il blocco dei lavori. Ma venne negato e Veneto Strade diede avvio alla realizzazione dell’opera. Era destinata a «aumentare la capacità di smaltimento del traffico» e di «diminuire i rischi di incidenti» (come rilevato dagli enti partecipanti all’accordo di programma del 9 febbraio 2004). I cittadini, combattivi, presentarono anche un questionario con cinque domande ai primi cittadini di Mel e Lentiai. «Dove sono - chiedevano ai primi cittadini - i soldi per continuare l’opera e realizzare la variante di Mel? Quanto costerà? E che succederà se il Tar dovesse annullare il progetto? Chi risarcirà i danni se nel frattempo venissero realizzati dei lavori, poi ritenuti illegittimi?». 
Nel frattempo, dopo il rigetto del Tar il comitato presenta appello al Consiglio di Stato. Ma tutto si sospende: il Consiglio di Stato infatti chiede un parere sulla legge regionale in questione alla Corte Costituzionale.
LA LEGGE “CONTESTATA”
Nel mirino è finita la legge 10 del 26 marzo 1999 della Regione Veneto sulle procedure di valutazione d’impatto ambientale. Questa norma consentiva di sottoporre a screening solo le strade extraurbane secondarie di dimensioni superiori a 5 chilometri, esentando da tale procedura tutte le strade di dimensioni pari o inferiori. Rientrava nei parametri la Bardies-Lentiai, che infatti va avanti spedita senza passare dalla “Via”. Ma la Corte Costituzionale, con la sentenza dell’ottobre 2017, dichiara l’illegittimità costituzionale, dal 31 luglio 2007, nella parte della norma in cui si esclude la procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale delle strade extraurbane di dimensioni di 5 chilometri. È a quel punto che riprende l’iter del ricorso al Consiglio di Stato, con memorie e l’illustrazione delle rispettive difese. I cittadini, con gli avvocati Cesa e Cerruti, sono contro la Regione, il Comune di Mel, Lentiai e Veneto Strade spa, difesi dall’avvocato Alfredo Biagini.
IL VERDETTO
Il consiglio di Stato riparte dalla decisione della Corte Costituzionale, che ha dichiarato «rilevante e non infondata la questione di illegittimità costituzionale della norma regionale». E accoglie i motivi portati dal comitato dei cittadini. Comuni, Regione e Veneto Strade si erano opposti sostenendo che il procedimento amministrativo della strada era stato avviato nel febbraio del 2004, quindi prima che la norme fosse ritenuta illegittima a far data dal 2007, stabilito dalla Corte Costituzionale. Ma come rileva la sentenza del Consiglio di Stato, il procedimento è stato avviato sì in data antecedente, «ma è proseguito nel 2008 e si è concluso con l’approvazione del progetto definitivo il 3 aprile del 2009». E dà ragione ai cittadini.
LA BATOSTA
Oltre a dar ragione ai cittadini il Consiglio di Stato condanna Regione, Comini e Veneto strade alle spese del doppio grado di giudizio per 10mila euro, con accessori di legge. Annulla poi gli atti impugnati e «ordina che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa».
LE REAZIONI
La notizia ha colto ieri tutti di sorpresa. C’era chi non sapeva ancora della decisione, chi invece gioiva per la vittoria. «Non conosco la sentenza e non sono in grado di commentarla», ha affermato l’amministratore delegato di Veneto Strade, Silvano Vernizzi. La stessa risposta è arrivata dal sindaco di Lentiai, Armando Vello, che non ieri non era ancora stato informato della novità. Non è stato possibile contattare invece il sindaco Stefano Cesa di Mel. 
LE RIPERCUSSIONI
La sentenza crea un precedente per tutti i casi simili e dà più di una speranza, ad esempio al Comitato Variante di Tai, che ha intrapreso una lotta simile ai cittadini di Lentiai. «D’altronde - spiega l’avvocato Pierluigi Cesa - ci sono stati altri casi in Veneto in cui strade già realizzate sono poi state sottoposte a Via». 
Resta poi tutto il capitolo dell’eventuale risarcimento danni o addirittura (evento improbabile) cancellazione della strada qualora la Valutazione ambientale dovesse essere negativa. Ma questa è tutta un’altra battaglia, tutto un altro capitolo della storia infinita di una strada di soli 3 chilometri.
 
Ultimo aggiornamento: 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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