Amministra i soldi dello zio e se li gioca alle slot machine

Lunedì 30 Luglio 2018 di Olivia Bonetti
Il caso di Belluno è approdato in Tribunale: uno uomo deve rispondere di peculato
BELLUNO Doveva gestire i soldi dello zio in casa di riposo, in qualità di amministratore di sostegno: li avrebbe spesi alle macchinette. Ora il 40enne feltrino, si trova nei guai per la pesantissima accusa di peculato, che prevede pene che vanno da 4 a 10 anni.
La vicenda è emersa quando gli eredi dell’anziano, alla sua morte, si sono accorti, che alcuni conti non tornavano. È scattata allora la denuncia. I parenti, che conoscevano la debolezza del feltrino, hanno subito ipotizzato che il 40enne se li fosse giocati. Mancavano all’appello 30mila euro circa, che sembravano essersi volatilizzati. Sul caso ha indagato la Guardia di Finanza, su delega del Procuratore Paolo Luca, che ha coordinato l’inchiesta. Le indagini ora sono chiuse e il 40enne feltrino è stato raggiunto da un avviso di conclusione indagini. Ora potrà richiedere di essere interrogato e raccontare la sua verità, una ipotesi molto probabile, visto che l’uomo respinge in toto le accuse. 
LA LUDOPATIA
Secondo quanto ricostruito dalla Finanza vi sarebbero stati diversi prelievi ai bancomat in prossimità di case da gioco e i soldi sarebbero puntualmente finiti nelle slot machine. Movimenti e ricevute che incastrerebbero l’indagato. Cento, duecento, mille diecimila, 30mila euro nel giro di poco tempo. Non si sarebbe reso conto, forse preso dal disturbo della ludopatia, di quanto stava facendo. Il 40enne era stato nominato amministratore di sostegno dello zio, dal giudice tutelare. Il giudice aveva facoltà di nominare un parente fino al quarto grado e il 40enne si è reso disponibile. L’amministrazione di sostegno è un istituto che mira a tutelare le persone che, per infermità o altro, si trovano nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi. L’anziano era finito in casa di Riposo, in una struttura nella provincia di Vicenza, e il nipote avrebbe dovuto curare il suo patrimonio.
IL RISCHIO
Il 40enne, amante del rischio, ora corre quello di finire a processo per peculato. Il procuratore Paolo Luca, che ha chiuso le indagini da poco, potrebbe chiedere presto il rinvio a giudizio. Tramite il suo difensore l’indagato molto probabilmente chiederà di essere sentito in Procura, a settembre, dopo la sospensione feriale dei termini processuali. Ci sarebbe un errore nel conteggio, insomma. E con certezza i soldi non sono finiti nelle slot. Di diverso avviso i parenti, che sono parte offesa nel procedimento: sono certi che il denaro è finito nelle macchinette, dove il 40enne trascorreva gran parte del suo tempo. L’uomo potrebbe anche difendersi usando la carta della dipendenza, la ludopatia.
LA PIAGA
La vicenda viene alla luce il giorno dopo i dati sulla ludopatia, ovvero la dipendenza da gioco d’azzardo. Emerge che ci sono sempre più vittime: dal 2015 al 2017 sono raddoppiati i pazienti in cura presso il servizio dipendenze dell’Usl 1 Dolomiti e la stima è che oggi i bellunesi con il vizio del gioco siano 4 mila. Di questi appena 69 hanno chiesto aiuto. I soldi dei bellunesi spesi nel 2016 tra slot, gratta e vinci e schedine, sono 65 milioni. Intanto sempre più comuni, tra gli ultimi il comune di Feltre, stanno predisponendo regolamenti comunali che impongono che le sale slot, sorgano lontane dai bancomat, oltre che chiese e scuole. Se un regolamento simile fosse nato prima, forse il caso non sarebbe approdato in Procura. Il 40enne avrebbe avuto ulteriori difficoltà per reperire il denaro e forse si sarebbe fermato.
Ultimo aggiornamento: 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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