Caldo record nel Bellunese: la siccità ora preoccupa /Le temperature

Giovedì 28 Febbraio 2019 di Damiano Tormen
Caldo record in provincia e la siccità preoccupa
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BELLUNO - Il calendario dice inverno, il termometro dice estate. O quanto meno primavera inoltrata. Chi aveva optato per il piumino e il cappotto ha dovuto ricredersi ieri. Più di qualcuno invece ha sfoderato le prime maniche corte del 2019. Clima impazzito? No. Più semplicemente il combinato disposto dell’alta pressione subtropicale e dell’assenza di umidità. Tradotto: temperature decisamente alte per la stagione. Difatti ieri in tutta la Valbelluna si sono registrati valori superiori ai 20°C. Ma è da qualche giorno ormai che la colonnina di mercurio vive in un clima più balneare che montano. Il termometro ieri si è superato. Nel vero senso della parola. Le centraline Arpav del Bellunese hanno registrato valori altissimi: 22,8°C di massima a Feltre, 21,1°C a Belluno, 17,7°C a San Martino d’Alpago. Agordo ha fatto segnare 18,9°C, mentre a Cortina la stazione Gilardon (a 1.271 metri di quota) ha avuto  una massima di 17,5°C, stessa temperatura registrata a Forno di Zoldo. Altissime anche le massime di Falcade (10,9°C), Santo Stefano di Cadore (10,4°C) e Sappada (15,6°C). «Temperature record per il mese di febbraio, quanto meno per quanto riguarda la Valbelluna» afferma Gianni Marigo, esperto previsore meteo del Centro Arpav di Arabba.
LA SPIEGAZIONE
E pensare che un anno fa, come oggi, il Bellunese era coperto da una fitta nevicata. «Questa situazione è dovuta alla configurazione generale, fatta di un’alta pressione dinamica, di matrice subtropicale - spiega Marigo -. Inoltre, durante il giorno l’umidità relativa si sta tenendo molto bassa, sotto il 20% a Belluno. Questo non provoca solo l’assenza di nebbie: quando l’umidità rimane bassa, l’escursione termica giornaliera aumenta sensibilmente. E con l’aria asciutta, le temperature tendono a salire». Cambiamento climatico? Forse. Per i meteorologi non basta una rondine a fare primavera. Come non è sufficiente un febbraio anomalo, per ricondurre le cause del caldo al riscaldamento globale. Una cosa è certa: «Questa situazione di alta pressione subtropicale non è di oggi o degli ultimi giorni - continua Marigo -. Si sta protraendo quasi dall’inizio di febbraio».
LE PREVISIONI
Ma il caldo ha i giorni contati. Così sembra a guardare i modelli di previsione in uso ai meteorologi. Che pur senza sbilanciarsi, annunciano un cambio in arrivo. «Qualcosa potrebbe cambiare forse venerdì - dice l’esperto -. Ma si tratterà in ogni caso di fenomeni poco probabili. Il discorso potrebbe mutare invece con l’inizio della prossima settimana. Finalmente questo anticiclone si ritirerà verso sud e poi verso ovest: così ci dicono le proiezioni dei modelli. Da noi dovrebbero entrare correnti oceaniche, che saranno più umide e potrebbero essere accompagnate da precipitazioni. Prevediamo ci sarà un ritorno a temperature prossime a quelle del periodo». Insomma, senza pensare ad un colpo di coda dell’inverno, si dovranno mettere da parte le maniche corte e ripensare al cappotto. Dopotutto, Belluno è una provincia di montagna.
MANCA LA PIOGGIA
L’importante è che l’addio dell’anticiclone caldo porti a qualche precipitazione. Perché il Bellunese ha una sete pazzesca. Eccezion fatta per le piogge e le nevicate di inizio febbraio, non è mai più piovuto. E da ottobre, il bilancio pluviometrico è in forte deficit. Nonostante l’acqua “grande” portata dalla tempesta Vaia. «A livello pluviometrico siamo in forte deficit, dopo fine ottobre - specifica Marigo -. C’è stato un minimo riequilibrio con le piogge e le nevicate di inizio febbraio, quanto meno in alcune zone».
Ultimo aggiornamento: 12:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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