La Regola nella bufera, l'accusa: spese "pazze" per cene e trasferte

Giovedì 16 Marzo 2017 di Lucio Elcher Clere
Il presidente della Regola di Vigo, Flavio De Nicolò
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VIGO - «Nella Regola di Vigo vige l'assolutismo monarchico». A sollevare la polemica per la mancanza di rispetto delle norme statutarie e del sistema antico della democrazia partecipativa in seno all'istituzione regoliera è una donna, componente della Commissione amministrativa, Adriana Da Rin Bianco. Ma scrive anche alla Regione e alla Guardia di Finanza per i «continui ed eccessi rimborsi spese». Come una sontuosa cena di rappresentanza al San Lorenzo: 390 euro per tre commensali che hanno pasteggiato a lumache, tartare con tartufo e pregiato baccalà.

Da tempo lei ed anche il vice presidente, Antonio Da Rin Perette, sono in dissenso con l'attuale presidente della Regola di Vigo, Flavio De Nicolò. Il personaggio è piuttosto controverso in paese. Già comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, De Nicolò è stato eletto caporegola di Vigo nel 2013 e fin da subito nei suoi confronti era stata sollevata l'incompatibilità, perchè la Regole sono sottoposte al controllo dei Forestali e quindi egli si sarebbe trovato nella posizione di controllato poi risolta con il pensionamento del comandante. Ma il suo modo di operare all'interno della Regola ha suscitato in questi anni molti malumori e contestazioni da parte della minoranza dei regolieri, con risonanza diretta all'interno della commissione amministrativa. A De Nicolò si contesta la doppia funzione di presidente del Capitolo di Sant'Antonio e della Regola, con continue commistioni tra le due istituzioni. A partire dalla stessa ristrutturazione dell'ex latteria di Laggio, di proprietà del Capitolo, ma ora sede della Regola. 

In seno all'amministrazione gli vengono contestati i continui ed eccessivi rimborsi spese per viaggi ritenuti inutili e per pranzi e cene.  «Scadaloso quello dell'ottobre 2014 - dice Adriana Da Rin Bianco - nella Locanda San Lorenzo di Puos per 390 euro». L'amministratrice ha chiesto spesso chiarimenti a De Nicolò, senza ottenere risposte. Allora ha scritto in Regione Veneto e anche alla Guardia di Finanza. «Nella Regola di Vigo - scrive - c'è un modus operandi grave, connotato da una gestione personalistica, con la censura e la negazione di ogni motivata e suffragata obiezione dei membri contrari, disattendendo in via sistematica il dettato dello statuto fondativo dell'Ente». Adriana Da Rin ha presentato una vasta documentazione a prova delle sue affermazioni ed ora attende risposta dagli uffici regionali, che dovrebbero controllare il corretto funzionamento delle Regole, e dalla Compagnia di Belluno della Guardia di Finanza.
Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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