Provincia al verde, scuole a rischio senza gli interventi antisismici

Giovedì 16 Marzo 2017 di Damiano Tormen
La sede della Provincia a Belluno
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BELLUNO - Niente soldi per le scuole: l'antisismica è un tabù per il Bellunese. A meno che non arrivino risorse certe e destinate all'edilizia scolastica. Per mettere a norma gli istituti superiori del Bellunese servirebbe qualcosa come una decina di milioni di euro. Mission impossible? Forse no. Basterebbe una legge ad hoc per le zone sismiche, con una definizione di risorse finanziarie legata alla situazione degli edifici e slegata dai numeri della demografia (che penalizzano sempre la provincia dolomitica).

Ci sta pensando Ezio Lise, consigliere provinciale con delega all'edilizia scolastica. Negli ultimi mesi Lise ha dovuto fare i conti con un bilancio provinciale ridotto all'osso. Altro che lacrime e sangue: peggio. Eppure, ha fatto fare dagli uffici di Palazzo Piloni una ricognizione sull'adeguamento sismico di tutte le scuole di competenza della Provincia. Le indagini stanno terminando in questi giorni. Ma parlano già chiaro: quasi tutte le scuole superiori (da Cortina a Feltre, passando per Belluno e Pieve di Cadore) non sono adeguate alle norme sismiche attuali. «Sono poche le scuole che non necessitano di interventi per l'adeguamento antisismico: sono cinque-sei al massimo - spiega Lise -. Per le altre sono necessari milioni di euro, risorse che la Provincia non ha». A rischio sono soprattutto le scuole costruite tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. La situazione, edificio per edificio, sarà presentata la prossima settimana.

«Ho invitato tutti i dirigenti scolastici, una rappresentanza di studenti e di genitori, per venerdì 24 - continua Lise -. Faremo un incontro sull'edilizia scolastica in provincia di Belluno. Presenterò la situazione polo per polo: cosa è stato fatto, quali sono gli interventi da fare, cosa dice l'indagine sismica. Il documento avrà anche la graduatoria del rischio sismico per ogni scuola, e la cifra necessaria alle operazioni di adeguamento». Insomma, si tasterà il polso alle varie strutture. E i soldi per intervenire? Lise ha un'idea interessante. «Sto preparando un ordine del giorno da presentare ai parlamentari bellunesi per una proposta di legge - continua il consigliere provinciale -. Per Belluno, che ricade in zona sismica 2 e 3, serve una normativa dedicata, con risorse certe. Solo così possiamo progettare gli interventi e portarli a termine. È una questione di sicurezza su cui lo Stato non può fare a finta di niente».
Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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