«Bob: serve un fronte compatto»: Confcommercio lancia un appello al sostegno

Il presidente Doglioni: l’unità della comunità locale può rivelarsi decisiva per chi deve scegliere l’impianto

Martedì 30 Gennaio 2024 di Marco Dibona
Pista da bob

CORTINA - Queste sono giornate decisive, per il futuro della pista da bob, skeleton e slittino di Cortina, da utilizzare per le gare delle Olimpiadi invernali 2026. Oggi è atteso il consiglio di amministrazione di Fondazione Milano Cortina 2026. Nel recente incontro di Cortina, per la firma degli accordi con gli organizzatori delle gare olimpiche di Anterselva, Bormio, Cortina e Fiemme, l’amministratore Andrea Varnier ha ricordato: «Il modello che l’Italia ha voluto, di Olimpiadi diffuse sul territorio, è stato scelto, sin dalla candidatura.

Per lo sliding centre e il trampolino di Cortina, da recuperare, si è deciso sin dall’inizio. Se poi dovremo utilizzare una pista all’estero, lo faremo, ma c’è differenza fra ciò che si era stabilito in candidatura e ciò che dovesse intervenire in corso d’opera». 

IL SOSTEGNO
Intanto Confcommercio Belluno chiede unità nel sostenere il progetto della nuova pista. Il presidente Paolo Doglioni non offre il fianco a incertezze o ambiguità: «È necessario che la progettualità della nuova pista da bob di Cortina sia sostenuta da ogni componente della comunità locale e che questa compattezza giunga fino al Comitato olimpico e ai decisori fondamentali delle strategie olimpiche. Il dossier prevedeva fin dall’inizio questa struttura e le incertezze sopraggiunte hanno sicuramente nuociuto e reso il percorso verso l’evento olimpico non così condiviso e corale come si sarebbe auspicato». Il presidente Doglioni raccoglie altre condivisioni: «Mi faccio interprete delle indicazioni di Graziano Prest, presidente Fipe e in giunta associativa; dei presidenti di Federalberghi Cortina Stefano Pirro e dal collega della Federalberghi provinciale Walter De Cassan; dalla delegata locale Michela De Martin e dal presidente di Cortina for us Franco Sovilla: tutti unanimi nel sostenere la necessità che le gare possano avere sede nella conca ampezzana. Concentriamoci sulle opportunità, tra cui la possibilità di avere come lascito futuro un impianto tecnologicamente avanzato, capace di diventare polo di riferimento per gli sportivi in tutta Europa e forse oltre. Sulla sostenibilità, siano certi che la progettazione dell’impianto avrà tenuto conto di un corretto inserimento nel sistema territoriale e ambientale. Rimane aperta la questione della futura gestione, ma ci sono già ipotesi: la cosa migliore è dare fiducia a chi sta seguendo da lungo tempo la questione, offrendo sostegno e collaborazione». 

IL DISSENSO
Sul fronte opposto Camera del lavoro e Fillea Cgil di Belluno esprimono preoccupazione sui tempi ristrettissimi entro i quali la pista da bob dovrà essere realizzata, con conseguenze sulla sicurezza di lavoratori e lavoratrici. Sollevano inoltre l’esigenza di un’indagine sulla presenza di ordigni bellici, sull’area interessata dal cantiere, che nel cronoprogramma dei lavori non compare. La valle d’Ampezzo e l’abitato di Cortina sono stati interessati dal fronte, nella Prima guerra mondiale e l’area dello sliding center non è lontana da zone di bombardamenti. Il cantiere sorgerà vicino all’abitato di Cadin, incendiato dalle granate austroungarighe il 21 febbraio 1916. La segretaria della Camera del lavoro Denise Casanova invita a vigilare, perché le maestranze, che lì dovranno lavorare con tempi di esecuzione delle opere ristrettissimi, lo facciano in totale sicurezza. 

LA PERPLESSITÀ
Forti dubbi sono espressi da Ilaria Sperandio, segretaria Fillea Cgil di Belluno: «Siamo molto preoccupati per lo svolgimento in sicurezza dei lavori della pista. Guardiamo con preoccupazione l’imminente inizio del cantiere. I tempi sono strettissimi, con il cantiere organizzato su tre turni da otto ore, a ciclo continuo: avremo sicuramente una pressione enorme sui lavoratori, che non potranno permettersi ritardi, pena la consegna in ritardo dell’opera». Anche Sperandio fa riferimento alla mancata bonifica bellica. Infine sostiene l’opportunità di impegnare le risorse per recuperare la colonia dell’ex villaggio Eni a Borca. 
 

Ultimo aggiornamento: 17:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci