Piave Maitex, futuro incerto: «Utilizzo spinto della cassa integrazione e nessun piano industriale»

Venerdì 22 Marzo 2024 di Eleonora Scarton
L'azienda Piave Maitex di Feltre

FELTRE - Un utilizzo spinto della cassa integrazione e senza anticipazione, nessun piano industriale che permetta a lavoratori e sindacati di guardare al futuro con positività. Alla Piave Maitex di Feltre c'è grande preoccupazione. Una realtà industriale storica quella che ha sede in via Cavalieri di Vittorio Veneto, nata nel 1908 e specializzata nella manifattura di tessuti elasticizzati di alta qualità, e che attualmente dà lavoro a circa 80 persone.

Una realtà che ha sicuramente attraversato momenti positivi, in quanto ricordiamo che fu una delle realtà che riuscì, in piena emergenza Covid, a riconvertire la propria produzione sfornando fino 50mila mascherine al giorno, ma che ora torna a vivere grandi difficoltà. Difficoltà legate ad un settore, quello tessile, che evidentemente in Italia sta subendo una forte contrazione, in primis legata alla globalizzazione.

I TIMORI
E l'azienda, che fino a qualche anno fa dava lavoro a 400 persone, ora si ritrova ad averne 80. Senza certezze sul futuro. Per queste persone che lavorano all'interno di quest'azienda e che vivono di quegli stipendi, la situazione si sta facendo pesante. Da qui la decisione delle organizzazioni sindacali, condivisa con gli stessi lavoratori la scorsa settimana in assemblea, di portare alla luce la vicenda con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni, per affrontare insieme questa difficile situazione.

IL SINDACATO
A sollevare forti timori è Fabrizio Fontana, funzionario di Filctem Belluno, il quale delinea i contorni di uno scenario che non induce all'ottimismo: «C'è preoccupazione per il futuro di questa storica azienda di Feltre, che ha una produzione merceologica diversificata, rispetto all'industria bellunese, dedicata soprattutto all'occhialeria e alla meccanica. La difficoltà di Piave Maitex per lo scenario industriale della provincia è, pertanto, un fatto grave, perché la scarsità di rassicurazioni da parte datoriale ci fa temere anche per lo scenario peggiore». Filctem lamenta anche un'assenza di comunicazione che contribuisce ad annuvolare il futuro di Piave Maitex: «La preoccupazione si basa anche su relazioni sindacali ai minimi storici. L'azienda non fornisce un piano industriale che garantisca prospettive solide sull'attività produttiva, la società, viceversa, ricorre alla cassa integrazione da più di un anno, senza anticipo».

CLIMA TESO
A complicare lo scenario dentro e fuori i confini della fabbrica di via Cavalieri di Vittorio Veneto c'è anche un clima interno all'azienda piuttosto teso: «Quello che sta snervando i lavoratori e le lavoratrici - spiega Fabrizio Fontana - è un utilizzo della cassa integrazione con modalità spinte, con preavviso sempre minore, con richiesta di disponibilità che rasenta quasi l'istituto della chiamata. Si crea, pertanto, un clima che non conduce alla fattiva collaborazione, nel quale i lavoratori devono rimanere a casa in cassa integrazione, salvo essere chiamati con preavviso scarsissimo, quando arriva l'urgenza di un ordine che deve essere evaso. Ad avviso di Filctem si tratta di un quadro volto al risparmio massimo, sulla pelle degli operai, i quali devono rimanere in attesa di un'urgente chiamata al lavoro, nel contesto di una ridotta retribuzione, com'è quella legata alla cassa integrazione, senza che gli stessi ricevano prospettive concrete per il futuro».
 

Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 09:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci