BELLUNO - Altro che Ape sociale, lavori usuranti e compagnia cantante. L'uscita di scena dal mondo del lavoro diventa tremendamente complicata. Anche per chi avrebbe tutti i requisiti per sfruttare la finestra della pensione anticipata. Perché le domande vengono rigettate. Tutte, o quasi. Anche nel Bellunese, dove otto aspiranti pensionati su dieci hanno dovuto staccare il chiodo a cui appendere gli attrezzi del mestiere, e rimettersi a lavorare. Niente hobby, niente tempo libero o nipoti. Ma lavoro. E poco importa se per tutta la vita hanno svolto lavori usuranti, se hanno cominciato da giovanissimi, se sono rimasti attivi su turni di notte: in quasi tutte le domande c'è sempre un qualche inghippo burocratico che rende vana la documentazione presentata all'Inps. Succede a oltre 300 bellunesi. Molti di loro saranno in presidio davanti alla sede Inps, domani mattina: organizza la Cgil, con le categorie maggiormente colpite, la Fillea (lavoratori edili e legno) e la Filt (lavoratori dei trasporti)...
Ultimo aggiornamento: 12:47
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