Paesi senza farmacie, sportelli bancari e alimentari: Comuni sempre più "deserti"

Martedì 30 Gennaio 2024 di Olivia Bonetti
Negozi chiusi

BELLUNO - Ci sono comuni che non hanno più farmacie, sportelli bancari o alimentari, dove resiste un solo sportello postale come Colle Santa Lucia.

Altri che hanno quasi dimezzato gli alimentari nel giro di 6 anni dal 2017 al 2023 come Arsié, sceso da 7 a 4 negozi, mantenendo però stabili farmacie (1), sportelli bancari (1) e sportelli postali (2). O Sospirolo che inspiegabilmente è rimasto senza alimentari: chiusi i 5 negozi. E territori come Comelico Superiore, poco più di 2mila abitanti, che hanno mantenuto inalterati i servizi essenziali: conta addirittura 6 alimentati, 2 farmacie, 3 sportelli postali e altrettanti sportelli bancari. E a proposito di banche il record è a Cortina: 7 sportelli che non hanno accusato alcun calo dal 2017 al 2023, inferiori solo agli 8 di Sedico, 8 di Feltre e ai 18 di Belluno (erano 21 nel 2017). È la fotografia di una provincia in cui i servizi essenziali sono in calo, portando inevitabilmente allo spopolamento: emerge dai dati di Camera di Commercio e Istat relativi agli anni 2017 e 2023 ed elaborati dalla Provincia. Numeri fondamentali per il lavoro che punta ad arginare la fuga dalle terre alte. «Il problema della montagna, quello più impellente, è lo spopolamento», afferma il presidente della Provincia Roberto Padrin. «E sicuramente è figlio e allo stesso tempo causa della rarefazione dei servizi - riflette -. È inevitabile: stiamo assistendo a un progressivo scivolamento a valle delle persone, quindi verso dove oggi sono maggiormente presenti i servizi. Ma la conseguenza è che i servizi faticano a rimanere in montagna, perché si restringe la platea degli utenti e quindi si riduce anche il mercato. Da sempre sostengono che servono misure precise, statali, per imporre la permanenza dei servizi essenziali anche nelle aree cosiddette a fallimento di mercato».

LA MAPPA
E infatti le zone dove i servizi sono più a rischio sono le terre alte in Agordino e Cadore. Se ad Agordo non ci sono problemi, con 7 alimentari, 4 sportelli bancari (uno in più rispetto al 2017) 2 farmacie e uno sportello postale la situazione peggiora a Rivamonte (resistono 3 alimentari) a San Tomaso (solo sportello postale) a Vallada Agordina (1 solo alimentare). E salendo in Cadore non va meglio: Ospitale ha perso il suo unico alimentari, Cibiana non ha sportelli bancari, Danta nemmeno, ma ha due alimentari. Niente banche per Vigo e Vodo, che però ha un nuovo alimentari.

IL TREND
Ma è nel totale che il calo dei servizi fa impressione. Fortemente provati quelli legati al commercio: dal 2017 al 2023 siamo passati da 336 alimentari, a 296 (40 persi in 6 anni ovvero -11%). Costanti però gli sportelli postali (106), in aumento di una unità le farmacie (oggi sono 89 nel Bellunese) e leggermente in calo gli sportelli bancari (da 127 a 119). Infine sono una decina i comuni a zero servizi, quelli più piccoli.

LE INIZIATIVE
La Provincia da tempo è al lavoro per mantenere i servizi, con diverse iniziative. Insieme al Fondo Comuni di Confine ha finanziato un bando apposito per sostenere i negozi di vicinato. Poi lo scorso anno erogati 1,2 milioni di euro per il bando latterie e un altro bando per gli agriturismi con oltre 220mila euro. «Abbiamo continuato ad assicurare il contributo alle famiglie dei ragazzi che frequentano le scuole superiori per quanto riguarda il trasporto scolastico - ricorda il consigliere delegato Dario Scopel -. Investi Scuola rappresenta un servizio importante, finanziato con uno sforzo economico notevole di Provincia e Consorzio Bim Piave». E conclude: «Ora dobbiamo sfruttare l'occasione irripetibile delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, quale volano di sviluppo. E portare l'Università a Belluno, con ragazzi e i servizi connessi».
 

Ultimo aggiornamento: 13:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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