FELTRE - Da Rossosch a Nikolajewka, una marcia di 150 chilometri ripercorrendo le tappe tragiche di quei mesi freddi. Così, 75 anni dopo, Federico Scopel, “bocia” di Alano, ha voluto rivivere il dramma della ritirata che si lasciò alle spalle centinaia di alpini della “Tridentina”, perlopiù morti congelati. «Io non piango facilmente, ma quando sono stato a Nikolajewka mi sono commosso, veramente». Scopel era insieme ad un manipolo di altri alpini, conosciuti attraverso il web. E tramite il web hanno organizzato la spedizione russa. «Quando siamo arrivati alla periferia di Livenka, dove c’erano i treni della “salvezza”, è stato commovente...»: si leggono ancora i nomi di migliaia di penne nere che hanno lottato per poter ritornare in Patria, sotto il fuoco dell’esercito russo.
Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 14:10
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