Incidenti e polemiche, nel mirino il piano neve: «Un fallimento. Auto e camion senza catene e nessun controllo »

Domenica 25 Febbraio 2024 di Yvonne Toscani
Il recupero del bus al passo Giau

BELLUNO - «Com'è stato possibile attivare il piano neve solo nel pomeriggio di venerdì, quando ormai la viabilità provinciale era completamente bloccata?». La denuncia di quello che viene definito, senza appello, un fallimento arriva dalla segreteria provinciale del sindacato autonomo dei vigili del fuoco, il Conapo. E viene formulata all'indomani di un venerdì nero sul fronte della viabilità bellunese, messa in ginocchio ed ostaggio non tanto della "dama bianca" quanto dai mezzi privi delle indispensabili dotazioni invernali con i vigili del fuoco impegnati in un turno dietro l'altro per arginare i disagi. Cento gli interventi solo venerdì, con strascico nella giornata di ieri quando ce ne sono stati una decina sempre per mezzi in panne a causa della mancanza di dotazioni invernali. Anche sul fronte della viabilità i disagi continuano: resta ancora chiuso il Passo Giau; lo stesso vale per il lato trentino del Fedaia; mentre nel pomeriggio di ieri è stato aperto il Valparola. Ripulita dagli alberi a terra ed aperta anche la Panoramica del Comelico, tra Costa e Costalissoio.

L'ALLERTA
Michele De Bernardin, segretario Conapo, tuona sulla gestione dell'emergenza ricordando che «Arpav aveva dichiarato lo stato di media criticità per abbondanti precipitazioni con tre giorni di anticipo». Eppure il piano neve della Prefettura è stato attivato solo a mezzogiorno di venerdì: c'erano già stati gli ingorghi a Cortina, tir fuori strada, la corriera nella neve sul passo Giau. È stato attivato con grado arancione (terzo su una scala di cinque), che prevede quindi il "filtraggio" delle auto a Longarone per la verifica che abbiano le catene e le dotazioni invernali.

Ieri alle 8, a pericolo ormai quasi cessato, è stato declassato a grado verde, cioè secondo livello.

L'ANALISI
E proprio il ritardo nell'attivazione del piano neve ha comportato una serie di incidenti e il conseguente superlavoro dei vigili del fuoco. «Mezzi pesanti e auto non attrezzati si sono trovati sulle strade senza che nessuno avesse provveduto a disporre i necessari controlli a valle aggiunge il segretario provinciale di Conapo . Gli autisti dei mezzi pesanti, in genere con generalità estere, possono non conoscere il territorio e le strade e si affidano ai sistemi gps per la mobilità. Se non ci sono controlli e verifiche su chi possa transitare si rischia, come venerdì, di avere le vie di accesso alle vallate completamente bloccate, con evidenti problemi per eventuali soccorsi, ad esempio di tipo sanitario». Per gli automobilisti il discorso è un altro. «Il personale dei vigili del fuoco è al servizio dei cittadini afferma Michele De Bernardin . Questo però non autorizza chi è al volante di un'auto ad avere comportamenti irresponsabili, mettendo a rischio la propria incolumità e togliendo risorse al soccorso ordinario, perché si decide di affrontare le strade imbiancate con pneumatici inadeguati. Rammento che, per disposizione, i mezzi dei pompieri non sono atti al traino. L'utilizzo di cavi di acciaio per il traino di mezzi pesanti con l'aps (auto pompa serbatoio ndr) o dei verricelli di autosoccorso in dotazione sui mezzi sono da considerarsi non autorizzati per il recupero. Ogni iniziativa viene presa per la necessità di risolvere il problema contingente». I traini con le autogrù in dotazione, due in provincia, dislocate in sede centrale e a Pieve di Cadore, sono autorizzati soltanto in via straordinaria per la sola messa in sicurezza del mezzo nell'area più vicina. «Ci troviamo conclude il sindacalista a dover trainare per centinaia di metri se non chilometri senza neppure l'indispensabile presenza delle forze dell'ordine. Tutto questo è inaccettabile in una provincia montana dove la neve, anche se ormai rara, dovrebbe essere parte integrante degli inverni».

LA PROTESTA
Ma anche una volta attivato venerdì il piano neve ha mostrato alcune criticità, tanto che alcuni cittadini hanno scritto alle istituzioni. Francesca Allamprese, per esempio, si è rivolta direttamente al prefetto di Belluno, Mariano Savastano, per esprimere la sua profonda preoccupazione e insoddisfazione riguardo all'evento verificatosi l'altro ieri, alle 19.15, a Longarone, dopo il primo tunnel in direzione di Cortina. «Sono rimasta intrappolata in coda all'interno del tunnel per un'ora e quindici minuti, in condizioni di aria soffocante e irrespirabile - racconta la cittadina - La causa della lunga attesa è stata un posto di blocco dei carabinieri posizionato dopo il tunnel, con l'obiettivo di controllare la presenza di gomme invernali o catene sulle autovetture». La donna non mette in discussione il provvedimento di controllo, ma solleva una seria critica sulla scelta della posizione del posto di blocco. «Posizionandosi dopo il tunnel continua si è creato un grave disagio per gli automobilisti, causando la concentrazione di gas di scarico e un ambiente poco salubre. Sarebbe stato certamente più razionale ed efficiente posizionare il posto di blocco prima dell'ingresso nel tunnel, evitando così di costringere i conducenti a rimanere in coda all'interno di un ambiente chiuso e congestionato». Il suo auspicio è che le osservazioni vengano considerate, per migliorare l'organizzazione di future attività di controllo, garantendo al contempo il benessere e la sicurezza degli utenti della strada.
E ieri il meteo regionale ha comunicato che la fase più intensa della perturbazione, che ha interessato la regione si era conclusa. Per stamattina le previsioni meteorologiche parlano di residue nevicate, in cessazione al pomeriggio. Per domani, lunedì, è previsto un nuovo peggioramento, con nevicate diffuse oltre gli 800/1300 metri.
 

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