Addio Giancarlo, il pompiere che scampò a due tragedie: l'alluvione del Polesine e il Vajont

Venerdì 24 Novembre 2017 di Marco D'Incà
Giancarlo Nicoli
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LONGARONE - Era un vigile del fuoco, un alpino, un amministratore. Ed era, soprattutto, una persona impegnata in ambito volontaristico, sempre in prima fila nel momento di offrire un contributo concreto alla comunità longaronese. Ma non solo. È morto Giancarlo Nicoli: aveva 68 anni e una terribile malattia lo ha strappato all'affetto della moglie Maria e del figlio. Originario di Guarda Veneta (Rovigo), nel 1951 scampò all'alluvione del Polesine e, qualche tempo dopo, si trasferì insieme alla famiglia nella frazione longaronese di Roggia.  Da adolescente è stato poi testimone della tragedia del Vajont: «La sera del 9 ottobre 1963 - raccontava - mio cugino, allora 14enne come me, mi accompagnò in bicicletta fino alla stradina della stazione. Lui tornò nel paese di Rivalta, dove abitava con i suoi. Non l'ho più visto. Una gigantesca ondata di fango e detriti l'aveva travolto. La spianata di terra e sassi che aveva sepolto Longarone è un film che rivedo, una ferita che ricompare di tanto in tanto, ma che non si rimargina». Quando si pensa a Nicoli, la prima immagine che balza alla mente è quella di un uomo con tuta ed elmetto da pompiere. Era il perno del distaccamento dei Vigili del fuoco volontari di Longarone, oltre che consigliere nazionale: è entrato nella grande famiglia dei Vigili nel 1976 e ha preso parte a diverse operazioni di soccorso...
 
 
Ultimo aggiornamento: 18:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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