Piattaforma anti-mafia per l'affare Mondiali di sci 2021

Domenica 13 Gennaio 2019 di Lauredana Marsiglia
Piattaforma anti-mafia per l'affare Mondiali di sci 2021
BELLUNO Si chiama Piano di prevenzione per le infiltrazioni della criminalità organizzata. L'ha messo in piedi il prefetto Francesco Esposito in vista delle opere infrastrutturali che accompagneranno i Mondiali di sci 2021 di Cortina. «Perché è vero che la provincia è un territorio ancora pulito - afferma Esposito -, ma proprio per questo rischia di fare gola alle organizzazioni criminali che hanno sempre più necessità di espandersi, guardando proprio alle zone dove la grande criminalità non ha ancora attecchito. È qui che hanno più margine di manovra e soprattutto la possibilità di infiltrarsi subdolamente. Quando ho sentito parlare di investimenti così ingenti ho voluto subito capire che tipo di anticorpi alla criminalità fossimo in grado di produrre».
Tutto si sviluppa su una piattaforma messa a disposizione dell'Anas, che sull'Alemagna mette 170 milioni di euro, alla quale avranno accesso tutte le forze dell'ordine sotto il coordinamento della prefettura. 
Qui entreranno tutti i dati di società, ditte, fornitori, dirigenti, ordini di lavoro e persino singoli operai. Anche i materiali saranno sottoposti a controlli chimici per verificare che siano conformi ai criteri di sicurezza e di durata dell'opera. Spesso, infatti, sul calcestruzzo si consumano grandi speculazioni. E i risultati sono strade a pezzi e ponti che crollano dopo pochi anni.
Tutto e tutti saranno sottoposti ad una sorta di radiografia del loro passato per scovare anche il più piccolo potenziale legame con organizzazione o semplicemente situazioni ricollegabili alle mafie. I dati raccolti saranno incrociati anche con quelli della Camera dei Commercio, altro pilastro del Piano, attraverso l'anagrafica di ditte e società.
«Sarà il primo del genere a livello italiano per le opere non classificate come di interesse nazionale - spiega il prefetto -. Sarà una raccolta di dati straordinaria che resterà come patrimonio conoscitivo anche dopo i Mondiali».
Del gruppo, istituito dal prefetto, fanno parte Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e anche la Direzione distrettuale antimafia e potrà essere allargato all'Ispettorato del lavoro e al Magistrato delle acque.
«Oltre alle società appaltatrici o subappaltatrici, di fornitura, faremo anche uno screening sulla manodopera impiegata per capire se abbiano anche solo avuto qualche tipo di rapporto con aziende in contiguità con la criminalità. Nei casi provati si potrà arriva anche ad adottare penali, fino a misure interdittive e di scioglimento del contratto».
L'innovazione sta nell'avere sottomano minuto per minuto tutte le presenze in un cantiere: quanti mezzi, numero di targa, di telaio, e quanti uomini siano presenti. Sarà una radiografia quotidiana di quanto accade per evitare infiltrazioni in corso d'opera. «Le mafie spesso agiscono in modo subdolo - afferma Esposito - attraverso vie o persone che spesso sfuggono anche ai controlli più serrati. È per questo che abbiamo voluto creare degli anticorpi sensibili anche ai dettagli che apparentemente possano essere insignificanti».
Saranno le ditte a dover fornire tutti dati, obbligo che sarà previsto già nel bando di gara e nei contrtti di affido dell'opera. E se la ditta barasse?
«Sei mesi fa ho firmato un decreto - spiega il rappresentante di Governo - con il quale autorizzo tutte le forze dell'ordine ad accedere continuativamente nei cantieri per verifiche su mezzi e uomini. La Dia provvederà anche a prelevare campioni dei materiali usati per una verifica di laboratorio sull'idoneità degli stessi, perché su questo si gioca anche la sicurezza dell'opera».
Gli affari delle mafie vanno bene, soprattutto grazie alla droga: soldi che devono essere poi ripuliti attraverso impieghi legali, come le opere pubbliche. «Finora - conclude Esposito - non abbiamo mai registrato tentativi di infiltrazioni, ma ciò non vuol dire essere immuni».
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