I "veci" del Battaglion Cadore: «Ai giovani la naja farebbe bene»

Lunedì 27 Agosto 2018 di Giuditta Bolzonello
I "veci" del Battaglion Cadore: «Ai giovani la naja farebbe bene»
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PIEVE DI CADORE - La neve, caduta nella notte sulle Dolomiti, ha fatto da cornice al raduno dei Veci del Battaglion Cadore, il maltempo ha tenuto lontano solo qualche affezionato, la partecipazione è stata comunque importante. 46 i gagliardetti presenti assieme a 10 vessilli in rappresentanza anche di sezioni lontane: Vicenza, Parma, Modena.

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Giornata intensa iniziata con la messa nell'arcidiaconale del Cadore e conclusa con il rancio alpino servito allo stadio del ghiaccio di Tai; nel mezzo la cerimonia al monumento ai caduti in piazza a Pieve, la sfilata fino alla caserma Pier Fortunato Calvi.
 
L'AMARCORDPer tutti i presenti è stato un ritorno al passato: in quell'immenso cortile hanno marciato, si sono addestrati, ma hanno soprattutto stretto amicizie che sono rimaste vive nonostante il passare del tempo. Il raduno, quella di ieri era la 65° edizione, è l'occasione per ritrovarsi come successo per il gruppo di ex commilitoni del 4° del 1986, sono saliti sabato da Parma e Modena per essere presenti. «Ci troviamo spesso, una cena ogni due o tre mesi - racconta un vecio - e non manchiamo mai a questo appuntamento. Quando siamo arrivati a Pieve per il servizio militare eravamo dei ragazzi disorientati ma qui ci siamo trovati bene, abbiamo tanti bei ricordi, ci piace tornare». Il ritrovarsi è anche l'occasione per rinverdire la foto di gruppo, pronti allo scatto in attesa del prossimo.
I PROMOTORICome è nato il raduno? Lo spiega Ezzelino Polzotto da tempo alla guida del Gruppo Ana di Pieve di Cadore: «Tutto è iniziato da un saluto fra alpini al momento del congedo, si sono detti: perché non ci diamo appuntamento ogni anno dove abbiamo fatto la naja. Così è stato e così continua ancora oggi». L'organizzazione richiede qualche settimana di lavoro al Gruppo ma la soddisfazione è sempre tanta per il buon esito dell'incontro. Ad accompagnare i momenti salienti, fra alzabandiera con l'inno di Mameli e la deposizione di corone ai caduti sulle note della Canzone del Piave, il Corpo Musicale di Vivaro Dueville. Quest'anno niente La colpa fu meglio nota come La Bella del Cadore, allegro inno della Brigata Cadore, per il raduno 2018 solo note di ordinanza in segno di rispetto e vicinanza alle vittime del ponte Morandi di Genova.
NON SOLO PIEVEE' stato il primo raduno con i veci per il sindaco Bepi Casagrande, erano presenti anche i comuni di Domegge e Quero. Casagrande ha dichiarato gratitudine agli alpini per quanto fanno aggiungendo l'orgoglio, «non credo ci siano tanti comuni che come Pieve possano vantare tanti amici alpini che qui hanno fatto la naja e si sono trovati bene tanto da tornarci ogni anno». Il raduno offre sempre lo spunto a qualche riflessione su come sono cambiati i tempi mentre restano sempre validi ed attuali i valori che gli alpini conservano: fratellanza, senso civico, solidarietà. Li ha ricordati in rappresentanza degli alpini in armi il tenente colonnello del 7° Reggimento Franco Visentin. E poi l'amor Patria.
GLI EX COMANDANTIMa per dirla come il generale Gianni Monti che comandò la Calvi negli anni 80, «oggi la parola Patria si pronuncia con un certo pudore mentre per noi resta un valore irrinunciabile».

Il generale Romano Bisignano, presidente dell'associazione Veci del Battaglion Cadore che conta su un migliaio di iscritti, ha detto della leva che non c'è più ma che resta al centro del dibattito nazionale. Eppure potrebbe servire «contro il lassismo di giovani privi di regole e valori mentre basta dare uno sguardo allo spirito della nostra presenza qui oggi o ai raduni o dove le emergenze richiedono la nostra presenza, a voi la risposta giusta a questa mia provocazione».

Ultimo aggiornamento: 13:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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