AGORDO - Martedì 27 giugno, ore 18.30, PalaLuxottica: già da tempo molti si sono appuntati data, orario e luogo dove si terrà la messa in ricordo di Leonardo Del Vecchio a un anno dalla sua morte. A officiare la funzione sarà il vescovo monsignor Renato Marangoni assieme al parroco don Cesare Larese. Una ricorrenza triste per il paese, ma anche per l'intera vallata e per la provincia. La perdita del cavaliere ha lasciato un grosso vuoto e c'è già chi, in attesa che gli venga dedicata una piazza o qualcosa di altrettanto significativo, avanza una proposta: «Le spoglie riposino nel cimitero di Agordo».
L'intitolazione
Nei giorni seguenti la scomparsa non tardò ad arrivare, manifestata da più parti, l'idea di intitolare a Del Vecchio qualcosa di simbolicamente importante. «Ci stiamo ancora lavorando - spiega il sindaco di Agordo, Roberto Chissalè - I tempi si sono un po' dilatati non certo per nostra inadempienza, ma perché stiamo approfondendo ogni ipotesi possibile affinché il risultato dell'operazione sia il più rappresentativo possibile per il nostro cavaliere».
La proposta
Tra i lavoratori, che tanto hanno amato il loro presidente che affettuosamente chiamavano "nonno", un sogno sta prendendo piede con sempre maggior forza. E cioè che le sue spoglie riposino nel cimitero di Agordo o, in alternativa, nell'area Luxottica in località Valcozzena. «Non siamo la sua famiglia ufficiale e sappiamo di non avere voce in capitolo - è un post scritto da Marco, Paolo, Alice ed Elisa in uno dei profili social che gravitano attorno al mondo Luxottica - ma lui sicuramente aveva "adottato" noi come altre migliaia di lavoratori. Basti pensare che ha voluto che il suo addio si celebrasse proprio ad Agordo. E così pensiamo che lui starebbe bene qua, tra la sua gente e le sue montagne. Quelle persone e quei luoghi del suo cuore che lo hanno sostenuto nella sua impresa titanica: passare da bambino del Martinitt a proprietario di una delle imprese più importanti e prestigiose del mondo. Di fronte a lui e al suo percorso dobbiamo tutti toglierci simbolicamente il cappello e ringraziarlo per quanto ha fatto per il territorio». Da queste considerazioni si rafforza l'idea: «Non sta a noi decidere, lo sappiamo bene - aggiungono - ma ci proviamo. Sarebbe bello che la nostra proposta fosse condivisa da centinaia di persone, non solo dipendenti e che l'eco arrivasse alla moglie, ai figli, al resto dei parenti e ai collaboratori più stretti. A dimostrazione dell'affetto e della stima incondizionati che tutti nutrivamo per lui».