Ha vinto tanto in carriera, ma nel suo palmares mancava la medaglia d'oro, simbolo di eccellenza assoluta, anche se non era necessario il titolo conquistato ieri a Cortina per consentirle di ergersi tra le migliori sciatrici svizzere di sempre. Lara Gut (anzi Lara Gut-Behrami, visto che si arrabbia se non viene citato il doppio cognome, che utilizza dopo il matrimonio con il calciatore ora al Genoa), è una vincente nata, una che in passato ha sempre vissuto come una sconfitta il secondo o il terzo posto, lei che vanta anche tre argenti e due bronzi iridati, senza dimenticare il terzo posto ottenuto nella discesa olimpica di Sochi.
SOLO L'INIZIO
So quanto valgo, non è che se vinci una medaglia d'oro la tua carriera vale qualcosa e se non la ottieni non vali nulla - dice Lara, 160 centimetri di classe pure, tre volte vincitrice in CdM a Cortina -. Questa è stata la prima volta nella quale ho capito che la mia vita non sarebbe cambiata se avessi vinto o perso, perchè ci sono altre cose oltre allo sci, come ad esempio trovare la casa dei miei sogni dove vivere con mio marito», a conferma di un legame fortissimo con il centrocampista, anch'esso elvetico. «Non sono scesa per vincere l'oro, ma per dimostrare ciò che so fare - aggiunge Lara, che nel 2012 ha anche recitato in un film -. Qualche giorno fa il mio allenatore aveva detto che non sarebbe morto nessuno se non avessi vinto. Era anche il mio pensiero». In questa stagione la Gut-Behrami è salita sul podio di Coppa del Mondo, oltre che in superG, anche in gigante, discesa e parallelo. Come dire che la festa potrebbe essere appena cominciata.
B.T.