BELLUNO - Le lezioni di guerra per i mujaheddin sono iniziate sulle Dolomiti, come confermano i dettagli dell’inchiesta della procura di Venezia che è alle battute finali. L’accelerazione verso la chiusura delle indagini sui reclutatori di terroristi a Nordest è arrivata con il fermo di Ajhan Veapi, 37enne macedone nato in Germania ma domiciliato a Azzano Decimo bloccato dai carabinieri del Ros l’altra mattina a Mestre mentre tentava la fuga.
Era lui il misterioso "30enne slavo" che aveva il compito di passare dopo l’imam e completare l’opera di reclutamento, con l’addestramento dei "soldati di Allah". Lo ha fatto anche con i due i due "foreign fighters" bellunesi, addestrati alla guerra sulle montagne tra Longarone e Ponte nelle Alpi: Ismar Mesinovic, morto a 38 anni ad Aleppo, e Munifer Karamaleski, 30enne.
Veapi insegnò a utilizzare le armi e insieme testarono il drone (un oggetto volante radio-comandato usato per riprese aeree) sempre a scopo militare. Quell’oggetto prima di volare sopra i cieli della Siria, volò sopra quelli di Ponte nelle Alpi intorno alla metà di dicembre 2013. Il "Dji Phantom c296" quadrielica, munito di videocamera 14 mega pixel, era stato ritirato il 12 dicembre 2013 da Mesinovic.
Erano quelli gli ultimi giorni prima della partenza per la Siria e i preparativi procedevano con ritmo serrato.
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