Invasione brasiliana, parla il "mediatore": «Sarà sempre peggio»

Venerdì 23 Febbraio 2018 di Alessia Trentin
Il municipio di Val di Zoldo
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BELLUNO - È italo brasiliano residente a Verona, viaggia per lavoro e viaggia per aiutare i suoi connazionali. Quasi settimanalmente T.R.D.S. si mette in auto per raggiungere il Comune di Val di Zoldo dove ormai lo conoscono. La sua missione è dare una mano agli italo brasiliani suoi conoscenti desiderosi di ricongiungersi con le proprie radici, di ottenere la doppia cittadinanza.

Perché migliaia di tuoi connazionali sognano l'Italia?
«Nella regione Sud del Brasile, a Paranà, l'80% degli abitanti ha origine italiane».

Gli arrivi, dicono i sindaci, sono aumentati nell'ultimo anno. In quanti altri stanno cercando di raggiungere l'Italia?
«In provincia di Belluno, secondo me, quest'anno arriveranno tra le tremila e le quattromila persone, tutti italo brasiliani. A livello nazionale si parla di settecentomila connazionali. Nel 2017 sono stati settantamila. Sarà sempre peggio, ve lo assicuro».

Lei dove abita?
«Io risiedo in Italia da quindici anni, ho una famiglia, vivo a Verona e tra poco nascerà mio figlio. Lavoro in Italia, ho un ufficio a Milano e pago le tasse. In questi mesi sto cercando di aiutare anche i miei parenti oltre ad altre persone».

Qualche settimana fa aveva annunciato al Comune di Val di Zoldo che avrebbe portato 400 italo brasiliani sul territorio, quando arriveranno?

«Non arriveranno più».

Perché fa da tramite?
«Voglio aiutare i miei connazionali, lo faccio con il cuore. Spesso non conoscono la lingua, non sanno nemmeno come rapportarsi con gli uffici comunali e non capiscono cosa viene detto loro».

Viene pagato per questo?
«No, al massimo un rimborso per la benzina. Lo faccio gratuitamente».

Come entra in contatto con centinaia di italo brasiliani?
«Mi conoscono ormai, si rivolgono a me per il passaparola generato da chi ho supportato».

Come funziona l'iter?
«Chi vuole ottenere la doppia cittadinanza attraverso lo jure sanguinis ottiene tutti i certificati in Brasile e si presenta in Italia con tutti i documenti per chiedere poi la residenza. I servizi brasiliani trattano mille casi al giorno, ci sono tempi di attesa anche di quattro mesi».

Quindi?
«Quindi in molti si rivolgono alle agenzie apposite. Questi studi prestano servizi di consulenza e aiutano nell'ottenimento di tutti i documenti. Si tratta di carte originali, nulla di illegale».

Perché allora i sindaci si lamentano?
«È la legge italiana che non funziona, così com'è. È troppo permissiva e non lascia ai Comuni nessuno spazio di scelta».

Qual è la sua proposta?
«Credo che per ottenere la cittadinanza si debbano mettere dei requisiti come la residenza in Italia da almeno un anno e la conoscenza della lingua.
Altrimenti migliaia di persone la ottengono ma senza sapere nulla del territorio e della sua cultura e possono arrivare ad eleggersi con i soli voti dei connazionali».


 
Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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