Il lupo di nuovo all’attacco e questa volta sotto le case del paese: cervo catturato e sbranato

Lunedì 8 Ottobre 2018 di Alessia Trentin
I resti del cervo sbranato di fronte alle case
30

Un cervo mangiato a metà, lasciato sul prato a pochi metri dalle case. A Mel i lupi si spingono fino in paese. “Ormai li abbiamo in cortile”, lamenta esasperato Fabio De Gasperi, cacciatore di Rive, dando voce alla preoccupazione della piccola comunità di Villa di Villa e dintorni. «Nulla da ridire sul pasto del predatore, che non ha colpito animali in recinto o cani, ma a preoccupare la popolazione ora è la mancanza di una distanza di sicurezza. I branchi sembrano non aver più alcun timore dell’uomo tanto da spingersi vicini alle case per pasteggiare».

LEGGI ANCHE Anche i cagnolini sbranati dai lupi: strage nei boschi della Sinistra Piave

L’ultimo ritrovamento, testimonianza di un pasto consumato quasi sull’uscio di una casa di Rive, risale a ieri mattina. «Mi hanno avvisato della carcassa alle 7.30, sono andato sul posto a vedere attorno alle 8 – racconta De Gasperi, non stupito per i resti del capriolo sbranato dai lupi, fatto del tutto normale, ma per il luogo del ritrovamento -. Il capriolo è stato consumato a 25 metri da una casa e a 50 dalla strada. Praticamente in paese. In quella zona gira un branco, ne siamo ormai certi perché gli attacchi sono frequenti. Quello precedente risale a una settimana fa,  si trattava anche in quel caso di un capriolo». De Gasperi è un cacciatore. Gira i boschi con il proprio segugio, non teme per sé ma per la vita del cane. «Passeggiare nella natura non è più così distensivo come un tempo – aggiunge –, bisogna prestare attenzione per il proprio animale. A Rive e dintorni ci sono molti cervi, i lupi l’hanno capito e bazzicano la zona, è del tutto naturale che sia così. Noi cittadini però vogliamo capire come comportarci e anche noi cacciatori vorremmo capire come agire». 

Ad una decina di chilometri in linea d’aria, nella campagna di Trichiana, giovedì scorso si sono verificate due predazioni, vittime un cane e un’asina: entrambi gli animali erano gravidi.

Il proprietario dell’asina, spaventato e timoroso di trovare altri animali uccisi in quel modo, all’indomani del fatto aveva dichiarato di voler regalare le bestie e di smantellare il recinto. Per De Gasperi il nodo è questo. «La Provincia non sta intervenendo con soluzioni – conclude – e qui si rischia l’abbandono della montagna. Nessuno vorrà più tenere animali né si prenderà cura dei prati e il bosco avanzerà coprendo tutto. L’unico modo per evitare questo è far sì che il lupo perda l’abitudine di avvicinarsi così tanto alle case».

Ultimo aggiornamento: 13:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci