Finito nella guerriglia ucraina
feltrino asserragliato in un hotel

Sabato 1 Settembre 2018 di Daniele Mammani
Uno dei check point incontrati da Flavio De Zorzi
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IL TERRORE
FONZASO «Ho visto il fronte della guerra con i miei occhi e non si provano belle sensazioni». Falvio De Zorzi, fonzasino, da due giorni si trova bloccato nella zona sud orientale dell’Ucraina nel bel mezzo del conflitto civile fra ucraini e ucraini filorussi. «Ieri notte (fra giovedì e venerdì, ndr) si vedevano le luci dei colpi di cannone e dei traccianti che tagliavano l’oscurità - racconta raggiunto telefonicamente in un albergo di Mariupol’ dove si è riparato - e lungo la strada che ho percorso ho visto baracche mimetizzate e dentro dei cecchini, e molti camion militari. Una situazione di guerra e quello che mi ha colpito è che nessuno ne parla». Per Flavio, noto per i suoi numerosi viaggi in Europa e Asia al volante della sua Panda, tutto gli è piovuta addosso dal nulla. 
IL VIAGGIO
«Sapevo che in Ucraina c’era la guerra - spiega l’avventuriero - e raccolte tutte le informazioni necessarie, ho tracciato il mio percorso che stava ben distante dalle aree sensibili. Purtroppo il conflitto si è spostato verso sud e me lo sono trovato proprio di fronte. In questo momento sto cercando di capire, grazie anche all’aiuto della Farnesina, come poterne uscire». Il viaggio doveva portare Flavio fino in Asia centrale, ma una piccola deviazione per andare a trovare un conoscente, Silvano Deola, residente a Kerc’, città della Crimea, lo ha scaraventato nel centro del conflitto: «Le mie informazioni erano precise fino ad un certo punto quando ho incontrato quello che mai avrei pensato di vedere».
CHECKPOINT
«Quando sono arrivato al confine con la Crimea e alla dogana hanno controllato il mio visto russo, non mi hanno permesso di continuare». La situazione fra ucraini e filorussi è molto tesa e un permesso seppur valido, ma rilasciato da un ufficio piuttosto che da un altro potrebbe compromettere la possibilità di transitare e così è successo. Flavio prosegue il racconto: «Ho contattato un persona a Mosca che mi ha detto di proseguire costeggiando il Mar Nero sulla M14 fino ad arrivare a Mariupol’ dove avrei trovato un passaggio sicuro». La situazione era però più tesa del previsto: «Nella notte ho superato la città di circa una quindicina di chilometri e mi sono lasciato alle spalle anche svariati checkpoint militari dove non hanno eseguito dei minuziosi controlli, tranne che nell’ultimo. Mi hanno impedito di andare avanti e uno dei militari mi ha detto: “It is not a war, it is a mega war” (non è una guerra è una mega guerra). Dovevo trovare una via sicura, ma in quel momento ho pensato a ripararmi da qualche parte».
SONNI TURBOLENTI
Nei suoi viaggi, Flavio De Zorzi dormiva anche in tenda, ma la situazione ucraina lo ha costretto a cambiare le sue abitudini: «Purtroppo ho dovuto trovarmi un albergo perché dormire sulla strada non è la cosa migliore. Queste sono zone dove il banditismo è molto diffuso e ci sono anche cani randagi quindi la soluzione “albergo” era la migliore. Il pensiero comunque è quello di trovare una via verso la tranquillità. A sud no, a est no, non so se tornare indietro. Qui gli spostamenti non sono come in provincia di Belluno dove ci si mette un attimo per girarla tutta, si tratta di percorrere distanze tipo Reggio Calabria-Bolzano, su strade anche dissestate per via del clima. Oggi (ieri, ndr) per percorrere 500 chilometri ho impiegato 9 ore. Ero a circa 50 chilometri dal fronte e mi sono sentito veramente in pericolo».
RIENTRO
Nel pomeriggio Flavio ci informa di aver trovato una via di uscita sicura e che oggi inizierà il suo viaggio per lasciare l’Ucraina e andare in Crimea: «Saranno le prime telecamere italiane a entrare in Crimea dal confine ucraino. Dovrebbe essere una via sicura che mi porterà a riprendere il viaggio a meno che - sorride - non mi arrestino prima». Per seguire De Zorzi consultare la pagina Facebook World Panda Expedition.
 
Ultimo aggiornamento: 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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