Era arrivato in provincia, con il suo camion, per lavoro e ha pensato bene di arrotondare. È per questo che il 50enne di Cosenza, F.D., è finito in manette. Una trasferta che si ricorderà bene, visto che gli è costata un anno e 5 mesi di reclusione e 200 euro di multa. È questa la pena patteggiata ieri in Tribunale a Belluno. L’uomo è stato scarcerato, ma ha il divieto di dimora in provincia. Insomma non potrà più tornare nel Bellunese. Era nel pieno del “lavoro” il 50enne cosentino quando, ieri, poco prima della mezzanotte, è stato sorpreso dai carabinieri della stazione di Arsiè, in via Trevigiana. Stava armeggiando con arnesi da scasso sulla seconda porta per riuscire a entrare nei locali dell’agenzia di assicurazione, che è adiacente all’Aci. Entrambi gli uffici, assicurazione e Aci, fanno riferimento a Fabio Schenal, che nel tempo aveva rafforzato i sistemi di sicurezza. Aveva dotato di porte rinforzate solo l’entrata dell’Aci, dove in passato si erano verificati furti. Nulla invece aveva ancora previsto per la sede dell’assicurazione. Così il ladro ha prima provato a aprire con un piede di porco la porta principale, con la speranza di fare man bassa degli eventuali contanti raccolto dall’Aci per i bolli auto. Poi non riuscendo a scardinare l’entrata rinforzata è passato all’assicurazione. Ha forzato la prima porta, con i suoi arnesi da scasso e stava lavorando sulla seconda, quando è stato arrestato in flagranza dai carabinieri e è stato portato in caserma e gli arnesi da scasso sono stati sequestrati.
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«Anche se fosse riuscito nell’intento di aprire la seconda porta - spiega Fabio Schenal - sarebbe comunque scattato l’allarme e si sarebbe dovuto fermare». «L’ho visto in caserma - prosegue Schenal - non mi ha chiesto scusa, e non ha risarcito i danni. Parliamo di 300-400 euro che dovremo spendere per sistemare la porta. Invece, sembrava che per lui fosse routine, insomma si comportava come se nulla fosse». D’altronde, l’esperienza ce l’aveva, visti i numerosi precedenti.
IL PROCESSO
Il ladro è stato processato per direttissima ieri in tarda mattinata, nel Tribunale di Belluno. Non è stato necessario sentire testimoni, visto che il difensore, l’avvocato Gianluca Nicolai, che sostituiva il collega Alberto Fascina, ha ottenuto il patteggiamento per il suo assistito. 17 mesi di reclusione, oltre alla multa di 200 euro e il divieto di dimora in provincia. Se tornerà sarà arrestato. «A quello precedente gli avevano dato 3 anni e mezzo», ricorda Schenal. Era il 2008 e in quel caso il ladro, Massimo Castelli, aveva fatto un vero e proprio raid anche in altri uffici. Resta da capire cosa cerchino i malviventi nella sede Aci. «Non c’è nulla da rubare - dice Schenal - ormai passa pochissimo contante per i bolli e quel poco che c’è viene versato subito in banca». «In ogni caso - conclude - ora rafforzeremo anche la porta delle assicurazioni. In entrambi i locali abbiamo l’allarme direttamente collegato con i carabinieri».
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«Anche se fosse riuscito nell’intento di aprire la seconda porta - spiega Fabio Schenal - sarebbe comunque scattato l’allarme e si sarebbe dovuto fermare». «L’ho visto in caserma - prosegue Schenal - non mi ha chiesto scusa, e non ha risarcito i danni. Parliamo di 300-400 euro che dovremo spendere per sistemare la porta. Invece, sembrava che per lui fosse routine, insomma si comportava come se nulla fosse». D’altronde, l’esperienza ce l’aveva, visti i numerosi precedenti.
IL PROCESSO
Il ladro è stato processato per direttissima ieri in tarda mattinata, nel Tribunale di Belluno. Non è stato necessario sentire testimoni, visto che il difensore, l’avvocato Gianluca Nicolai, che sostituiva il collega Alberto Fascina, ha ottenuto il patteggiamento per il suo assistito. 17 mesi di reclusione, oltre alla multa di 200 euro e il divieto di dimora in provincia. Se tornerà sarà arrestato. «A quello precedente gli avevano dato 3 anni e mezzo», ricorda Schenal. Era il 2008 e in quel caso il ladro, Massimo Castelli, aveva fatto un vero e proprio raid anche in altri uffici. Resta da capire cosa cerchino i malviventi nella sede Aci. «Non c’è nulla da rubare - dice Schenal - ormai passa pochissimo contante per i bolli e quel poco che c’è viene versato subito in banca». «In ogni caso - conclude - ora rafforzeremo anche la porta delle assicurazioni. In entrambi i locali abbiamo l’allarme direttamente collegato con i carabinieri».