Rischio cavi per il Suem: finalmente un progetto

Sabato 16 Marzo 2019 di Alessia Trentin
I palloni che saranno posizionati sui cavi della media tensione a Rio Gere a Cortina d'Ampezzo sui quali dieci anni fa Falco l'elicottero del Suem 118 si scontrò. Nell'incidente morì l'intero equipaggio
Stefano, Dario, Fabrizio e Marco. I nomi incisi sulle sfere di segnalazione dell’ostacolo al volo, a Rio Gere. A dieci anni dalla tragedia nella quale perse la vita tutto l'equipaggio di Falco per l'impatto dell'elicottero sui fili di media tensione, arriva un segnale. L’Elisoccorso di Pieve lancia infatti il progetto “Uniti per sempre”, per mettere finalmente in sicurezza quel tratto nero del territorio e iniziare, da qui, un percorso.  
L’INIZIATIVA.
“Partiamo da Rio Gere, dall’impianto di media tensione perché quello è un simbolo”. A dirlo è Alessandro Forti, responsabile Elisoccorso di Pieve. Ai piedi del Monte Cristallo, il tempo si è fermato al 22 agosto 2009. Si è fermato perché, da quel giorno, è impossibile passare di lì senza ricordare la tragedia l’impatto mortale. “A dieci anni da quel giorno vogliamo dare un segnale positivo alla popolazione del Cadore e ai famigliari delle vittime – spiega Forti -. Da qui l’idea, portata avanti con Faloria Impianti, di installare sfere di segnalazione proprio lungo quella linea, nell’area dell’incidente”. Le sfere, si è detto, porteranno incisi i nomi delle vittime e saranno il punto di partenza per un percorso che punta a coinvolgere tutte le zone buie della provincia. LA RACCOLTA FONDI. Si partirà con quattro palloncini ma, essendo la linea abbastanza lunga, per mettere davvero in sicurezza la zona ne servirebbero di più. La spesa stimata si aggira tra i 15 e i 18 mila euro. Contributi sono stati assicurati dai Comuni del Cadore e da Bim Gsp, ma per raggiungere la cifra ci si appella alla generosità della gente. “Per ora mettiamo a disposizione una mail a cui, chi vuole aiutare, può scrivere – spiega Forti -. Poi, quando avremmo in mano tutte le concessioni, allora contatteremo i singoli e renderemo noto l’iban per il versamento”. L’indirizzo a cui fare riferimento dunque è: unitipersempreriogere@gmail.com.
IL PERCORSO. Sarà solo l’inizio, lo start dovuto ad un iter, anch’esso dovuto. Le zone maggiormente pericolose del territorio sono il Feltrino e Val di Zoldo, perché ricche di teleferiche. L’intento, quindi, è quello di proseguire. “Quando voliamo in zone note il problema si pone meno perché sappiamo dove ci sono gli ostacoli – spiega Forti -, altra cosa quando affrontiamo per la prima volta certi spazi. Per questo abbiamo sviluppato una app scaricabile sul cellulare o sull’ipad, con la mappa di tutto il territorio e gli ostacoli noti”. L’applicazione sfrutta la realtà aumentata, è stata studiata gratuitamente da uno studente di medicina e sarà pronta tra uno o due mesi. Sarà un primo passo per attrezzarsi con mappe sempre più dettagliate. Per questo, per pagare gli sviluppatori e chi si prenderà cura della manutenzione e l’aggiornamento dei sistemi, Forti e co. intendono fondare una onlus. “Si tratterà di un’associazione dedicata a questo specifico problema – annuncia -, ci occuperemo di raccogliere fondi”. Nel frattempo si attende la ripartenza dell’iter della legge regionale sugli ostacoli al volo, datata 2012 ma ancora priva dei decreti attuativi.
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