Centrali sul Piave, riparte la guerra

Venerdì 10 Agosto 2018 di Giovanni Santin
Centrali sul Piave, riparte la guerra
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PONTE NELLE ALPI - «Chiedo che le ditte qui rapresentate ritirino i rispettivi progetti per la realizzazione della centralina sul Piave: per motivi morali, tecnici e ambientali. In questo modo eviteremmo inutili perdite di tempo oltre a quello che gli uffici hanno già dedicato e per cui chiederò il rimborso delle spese sostenute finora»: era partita col botto sparato dal sindaco Paolo Vendramini la mattinata dedicata al sopralluogo dei tecnici delle imprese interessate a due centraline sul Piave a Cadola.
 
L'ANTIFONAUna premessa così strutturata è servita per far capire a tutti che aria tira da queste parti e l'atteggiamento dell'amministrazione comunale nei confronti dei nuovi progetti. Ad opporsi alla richiesta del sindaco non solo le ditte («Siamo tecnici -la replica- non abbiamo alcuna delega da parte dei nostri committenti per accogliere una tale presa di posizione»), ma anche Fabiola Mochi (Provincia) che ha preteso che riunione e sopralluogo si facessero. A quel punto le due ditte hanno esposto i rispettivi progetti in concorrenza perché insistono sul medesimo sito. La Eneralt ha individuato il luogo migliore un po più a valle rispetto alla Laut. Ma soprattutto quest'ultima ha previsto un salto quasi doppio che l'acqua farà dalla vasca producendo quindi anche una potenza maggiore. 
LA TECNICASimile invece il meccanismo: con la costruzione di una vasca da realizzare su una base di cemento che tratterrà l'acqua per poi rilasciarla e azionare la centralina. Netta, si diceva, l'opposizione dell'amministrazione. Ed anche delle associazioni presenti in sala: Wwf, Italia Nostra che assieme a Piero Sommavilla (Acqua Bene Comune) hanno incalzato i rappresentanti delle due ditte. Sommavilla ha chiesto conto delle regioni dell'impianto: «Produrre energia in modo alternativo? Non ci credo, perché si tratta di una quota talmente irrisoria che lo scopo è un altro: solo speculativo». A questo punto la sala si è infiammata perché Alberto Voltolina (Laut), ha cercato di ribaltare la frittata: «In Trentino le centraline ci sono e le amministrazioni se le curano. Qui non le volete e non c'è neanche turismo! Ci sarà un motivo». Poi il sopralluogo: prima da la Olta de le Mole, un punto panoramico, fra il municipio di Cadola e borgo Santa Caterina, da cui è possibile vedere il sito; poi sul greto del Piave, dopo aver percorso una strada stretta e a tratti molto ripida: lungo questa stradina le ditte intenderebbero far passare 230 camion per asportare il materiale dal Piave. E qui, sotto il ponte della ferrovia, per tutti è stato facile capire quale bene naturale sia messo a rischio dai due progetti.
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