Fuga dalla scuola: sono 443 le cattedre vuote tra professori e maestri

Domenica 14 Luglio 2019
Sempre più cattedre vuote
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BELLUNO - Cattedre vuote, all’inizio del prossimo anno scolastico mancheranno all’appello ben 443 insegnati tra professori e maestri di ruolo. Le aule si svuotano e sarà la corsa alle cattedre dei precari. Basta consultare il “Bollettino dei movimenti” della scuola veneta per sapere quale sarà il destino che attende la scuola bellunese a partire dal prossimo settembre. Al suono della prossima campanella, o meglio ancora al momento dell’avvio dell’anno che ha inizio il 1° del mese di settembre, mancheranno 443 insegnanti; 316 docenti delle diverse discipline, 126 quelli di sostegno. Ventidue le forze mancanti alla scuola materna, 9 dei quali di sostegno; 98 alle scuola primaria: 60 maestri delle varie matteri e 38 insegnati di sostegno; 161 i buchi alle scuole secondarie di I  grado, cioè le scuole medie: 109 insegnanti della disciplina, 52 di sostegno; 162 – ed è il contingente più alto fra i diversi ordini di scuola - le cattedre vuote alle scuole Superiori: 135 insegnanti della materia e 27 di sostegno. Questi dati sono aggiornati a metà giugno. 

IN PENSIONE
L’Inps infatti aveva tempo sino al 31 maggio per verificare e convalidare la domande di pensionamento pervenute secondo la prevista normativa. E già mesi fa si sapeva che dalla scuola bellunese erano pronti con la valigia in mano ben 131 docenti. E circa la metà di essi aveva presentato la domanda sfruttando l’opportunità della cosiddetta “quota 100”. A questi, già allora, andavano infine aggiunte altre quattro domande di pensionamento di altrettanti Dirigenti Scolastici. Centotrentuno quindi le domande totali distribuite più o meno in maniera equa fra coloro che sapevano già da tempo di aver maturato i requisti per la pensione in base alla legge Fornero (63) e coloro che invece lo hanno potuto fare grazie proprio alla quota 100. Ciò vuol dire che se non ci fosse stata quest’ultima opportunità, le uscite dal mondo della scuola bellunese sarebbero state più o meno dimezzate. Ma è una situazione diffusa. E se Belluno piange, le altre province non ridono. In questa specialissima classifica la nostra provincia occupa infatti l’ultima posizione come dato assoluto, superata anche da Rovigo; in tutto il Veneto alla ripresa delle lezioni mancheranno 7.821 insegnanti: 5.537 quelli delle diverse discipline, 2.284 per il sostegno. Fra questi, 1.900 saranno utilizzati per coprire i posti di coloro che sono andati in pensione per i requisiti maturati; a questi vanno aggiunti anche quelli – altri 1.900 - che sono usciti dal mondo della scuola grazie a quota 100. E così dai 7.821 si passa a 9.421. Insomma: gli insegnanti ci sono, ma non di ruolo. Ed il problema è proprio questo: sono evidentemente pochi quanti nel corso degli anni hanno sostenuto il concorso e lo hanno superato. Molte le ragioni. Anche e soprattutto di scarsa programmazione, limite che incide naturalmente anche sulla mancanza cronica di dirigenti scolastici. Da non trascurare poi le procedure farraginose e incerte e i percorsi obbligatori per essere assunti a tempo indeterminato che negli ultimi anni sono cambiati in continuazione con titoli di specializzazione che, una volta acquisiti, si sono rivelati insufficienti per poter aspirare al posto di ruolo.
Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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