BELLUNO - Turismo, specificità, coraggio. Se il Bellunese vuole salvarsi, deve partire da questi tre ingredienti. Deve investire sul settore turistico e sulla cultura dell'ospitalità. Poi, deve rafforzare la sua specificità, o meglio, crearsi uno spazio di autonomia. Ma soprattutto, deve osare e deve essere protagonista del suo futuro. In una parola, deve scegliere. Questo l'appello uscito venerdì sera dal convegno Economia bellunese: il tempo delle scelte, svoltosi all'Astor, organizzato dal senatore Giovanni Piccoli. Un'appello che vuole una risposta attiva immediata. Altrimenti, lo scenario rischia di essere catastrofico. I dati demografici non ammettono possibilità di repliche, e l'ultimo rilevamento Istat (risalente al 30 giugno 2016) parla di una provincia poco al di sopra della soglia dei 206mila abitanti. «Stiamo perdendo circa 1.500 abitanti all'anno: un trend insostenibile - ha detto Luigino Boito, presidente di Certottica, in apertura di convegno -. Siamo la provincia più vecchia del Veneto: per ogni bambino ci sono cinque over 65, contro una media regionale di tre over 65 ogni bambino. E poi, abbiamo il più basso tasso di laureati del Veneto».
Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 11:30
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