Belluno vieta le auto vecchie ma il sindaco è contro: «Non serve a nulla»

Sabato 29 Settembre 2018
L'area interessata dall'ordinanza antismog
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BELLUNO Vietato essere poco informati, da lunedì 1 ottobre 2018 scattano le multe. L'odiata, contestata e discussa ordinanza antismog è ai blocchi di partenza. Non è il caso di dire che si stanno accendendo i motori perché, in questo caso, si parla di motori spenti. Le misure per abbattere l'inquinamento, rese obbligatorie per Belluno dall'Accordo del Bacino padano del giugno 2017 firmato anche dalla Regione Veneto, prevedono il fermo dei veicoli privati a benzina Euro 0 e Euro 1, delle auto diesel private e commerciali da Euro 0 a Euro 3 e i ciclomotori e motocicli Euro 0 a due tempi sempre. Anche in assenza di allerta, dal lunedì al venerdì. E qui scatta la polemica.

COMUNE CRITICO Il sindaco Jacopo Massaro e l'assessore all'ambiente Stefania Ganz non ne fanno segreto, del loro malcontento. Circoscrivere al capoluogo le limitazioni al traffico non risolve di certo il problema. Crea confusione e annulla i benefici di una decisione drastica, ma che poteva aiutare ad abbassare lo smog se pensata bene. «Siamo molto perplessi sullo strumento usato dalla Regione per ridurre le emissioni - commenta Massaro : obbligare il Comune di Belluno a un'ordinanza come questa è una misura inefficace. Non è stato nostro volere introdurla, ma è un obbligo che ci viene dalla firma della Regione dell'Accordo». Il perchè è presto spiegato. «Lo stesso veicolo può transitare in tutte le strade di tutti i comuni dell'intera provincia, tranne che in alcune vie del capoluogo prosegue il sindaco -: dove è il beneficio ambientale? C'è solo un aggravio di burocrazia per l'amministrazione, i privati e le imprese. Insomma, non è così che si sensibilizza la popolazione al problema, vero, pesante e reale, dell'inquinamento atmosferico».
 

SOLO IL CAPOLUOGO Le restrizioni, secondo l'Accordo, interessano solo i Comuni sopra i 30 mila abitanti.
In provincia solo Belluno. Feltre, tradizionalmente fascia nera per le pm10 durante i mesi invernali, sarà toccata solo in parte dalle restrizioni. «Per gli altri comuni vale solo l'ordinanza relativa al divieto di spargimento di liquami spiega Ganz -, all'utilizzo di combustibili a biomassa classificati con almeno due stelle e di accensione di fuochi, barbecue compresi, all'aperto». A Belluno, insomma, è chiesto di mettere in campo tutte le misure previste, pena sanzioni che potrebbero ricadere sulle casse del capoluogo e potrebbero essere commisurate al grado di applicazione delle restrizioni. FALSO PROBLEMA Si parte, certo, ma con la retromarcia inserita. Sindaco e assessore ci tengono a ripetere come, nei primi tempi, i controlli non saranno serrati né fiscali. Prima serve sensibilizzare e informare la popolazione e, su questo, c'è bisogno anche della Regione. Massaro apre quindi a un confronto con Venezia, mettendo sul tavolo le proposte per un intervento più incisivo a livello ambientale. «Il problema dell'inquinamento, nel nostro territorio, è legato al riscaldamento, al tipo di stufa usato e di combustibile bruciato - spiega il primo cittadino . Chiediamo quindi alla Regione di supportarci in una massiccia campagna informativa in tema di salute e ambiente, anche rilanciando gli incentivi statali per la rottamazione delle stufe. Su questo, si è da poco chiuso il bando a livello regionale, iniziativa valida e che deve diventare strutturale». Anche il trasporto pubblico locale può giocare un ruolo importante nella riduzione delle emissioni. «Abbiamo visto con l'introduzione del servizio domenicale un calo nell'uso delle automobili private, - spiega Massaro , ma al momento è a completo carico del Comune. La Regione può affiancarci per renderlo ancora più efficiente, assegnandoci maggiori chilometri e risorse». Per tutto il mese di ottobre Ganz sarà in tour nelle frazioni con incontri dedicati al tema, la speranza è che si accodi anche qualche tecnico da Venezia, a supporto della campagna. Alessia Trentin
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