«È sempre più difficile fare il sindaco: non mi ricandido e lascio la politica»

Giovedì 17 Gennaio 2019 di Raffaella Gabrieli
Il sindaco di Agordo Sisto Da Roit non si ricandida
1
BELLUNO - «Non mi ricandido. E così come me tutti i componenti della maggioranza»: non va per il sottile Sisto Da Roit, sindaco uscente di Agordo, nell’annunciare le sue intenzioni per il prossimo appuntamento elettorale primaverile. «È giunta l’ora di chiudere questa esperienza - sottolinea - Un po’ perché dopo 15 anni di amministrazione è tempo di lasciare spazio a persone con idee nuove e un po’, sinceramente, perché ricoprire oggi questo importante ruolo è avvilente: troppa burocrazia e troppi pochi fondi a disposizione».  A nulla è valso il corteggiamento di queste settimane mosso dal Partito Democratico, nelle cui liste Da Roit è iscritto, per convincerlo a ricandidarsi. 
Quando ha fatto il suo ingresso a Palazzo Bianco? 
«Correva l’anno 2004. Nelle prime due legislature sono stato il vice di Renzo Gavaz mentre in quest’ultima, appunto, sindaco a capo di una lista di centro sinistra che ha sempre posto al centro della propria attenzione la persona e i servizi ad essa rivolti. Progettare grandi opere pubbliche è inutile se alla base non si offrono i servizi utili ai cittadini per continuare a vivere in montagna. Tanto più alla luce dell’attuale carenza di risorse che impone agli enti locali delle scelte chiare». 
Che anni sono stati? 
«Molto intensi, in cui penso, spero di aver dato tutto il possibile, pur con i miei limiti. Ma arrivato a questo punto ritengo siano necessari stimoli nuovi, sia per gli uffici municipali che per la comunità. Con persone che possano avere progetti e obiettivi diversi, innovativi». 
Quale la soddisfazione maggiore? 
«Èssere riusciti a continuare a mantenere, anzi a incrementare, i servizi fondamentali alle famiglie e alla comunità in generale non aumentando i costi. Tra i risultati a cui tengo di più ci sono l’ampliamento dell’orario di apertura dell’asilo nido e la realizzazione ex novo di un centro diurno per utenti con patologie legate alla demenza. Traguardo raggiunto grazie al prezioso supporto di Luxottica che, lo dico con orgoglio, ha “esportato” il proprio welfare aziendale a beneficio dell’intera vallata agordina». 
Il momento peggiore? 
“Sono reduce da mesi e mesi di stanchezza organizzativa dovuta alle difficoltà che ogni giorno il Comune incontra, situazione peggiorata ulteriormente dall’alluvione che è stato il colpo di grazia. È faticoso star dietro all’enorme mole di burocrazia esistente, ai repentini cambiamenti delle normative, ai vincoli di bilancio: ogni anno che passa risulta sempre più difficile chiudere il cerchio. E poi paghiamo lo scotto di non avere più un referente che faccia da tramite con le realtà superiori, come potevano essere i partiti che tra l’altro offrivano anche un’importante formazione amministrativa. Il sindaco di oggi è un po’ solo in mezzo al marasma di ragionamenti sovracomunali che ormai sono imperanti».
Cosa l’aspetta in questi ultimi quattro mesi? 
«Entro il 28 febbraio, la predisposizione del bilancio previsionale. E poi ci sarà da far fronte ai residui dei danni del maltempo. Piccoli interventi per cercare di riportare il tutto alla normalità. Mentre le azioni più rilevanti toccheranno alla prossima Amministrazione che però, fortunatamente, si troverà in parte il terreno spianato grazie allo sblocco degli avanzi». 
Cosa farà ora? 
«Continuerò il mio lavoro, che non ho mai lasciato, all’Unità organizzativa forestale est di Belluno e mi dedicherò di più alla famiglia. In bocca al lupo a chi mi seguirà che ha tutta la mia stima per l’impegno che andrà a investire».
Ultimo aggiornamento: 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci