L'ex le diede fuoco quando era incinta, il pm chiede 15 anni: "Attirata in una trappola"

Lunedì 17 Ottobre 2016
Carla Caiazzo
NAPOLI - Prima udienza a Napoli per Paolo Pietropaolo, l'uomo che diede fuoco all'ex fidanzata incinta Carla Caiazzo dopo averla attirata con una scusa. Il processo avverrà con rito abbreviato e lei, la vittima, ha scelto di esserci. 


Carla, salva per miracolo insieme alla sua bambina, è determinata a seguire l'iter giudiziario, ma la sua salute è ancora precaria in seguito all'aggressione. Tra i due ci sarà il primo confronto choc dopo quanto è accaduto. "Quando stavo rinvenendo, lui mi ha detto: "Ora vatti a divertire, vai", con una risata perfida che mi è rimasta impressa. Allora ho detto: che mi ha combinato, che mi ha combinato. - ha raccontato Carla nell'interrogatorio del 31 marzo - Diceva: ti devo infelicitare la vita. Poi dopo, quando se n'è andato a marcia indietro, che io ho ripreso conoscenza, si è fatto una risata",
 

Gli avvocati della difesa di Pietropaolo punteranno su una "scemata capacità di intendere e di volere" dell'imputato al momento del fatto. Interrogato il 12 maggio, Pietropaolo ha detto di aver agito sulla spinta "di un raptus causato, ritengo, dall'abuso di un tranquillante che avevo preso. Non volevo uccidere Carla, ma la volevo solo sfregiare", ha sostenuto. "Voglio solo giustizia", continua a ripetere Carla.

La procura di Napoli chiede 15 anni di reclusione per Paolo Pietropaolo, come responsabile del tentato omicidio di Carla Caiazzo. A porte chiuse, sono stati i pm Raffaello Falcone e Clelia Mancuso a chiedere la condanna sulla scorta di un ragionamento: quel giorno del primo marzo scorso, c'è stata una trappola, un progetto premeditato, mascherato dal tentativo di parlare con la mamma della nascitua. In aula Pietropaolo non ha battuto Ciglio, ora la parola passa ai difensori di parte civile, l'avvocato Maurizio Zuccaro e al legale dell'imputato, avvocato Gennaro Razzino. La sentenza a novembre da parte dm gip Egle Pilla.
Ultimo aggiornamento: 13:20