Ischia, un anno dopo nulla è cambiato: 2800 sfollati e case inagibili

Giovedì 9 Agosto 2018 di Adolfo Pappalardo
Ischia, un anno dopo nulla è cambiato: 2800 sfollati e case inagibili
Inviato a Casamicciola Terme (Ischia)

Anche una scossa lieve ora fa paura. Una fottuta paura. E se sinora con queste bott e' mar, come quella di ieri mattina, ci convivevi tranquillamente dalla nascita, dal 21 agosto scorso tutto è cambiato. Da quel sisma che uccise due persone ed ha inferto un colpo durissimo a Casamicciola. Così duro che da un anno questo comune ischitano non riesce a riprendersi. A tappeto come un pugile tramortito da colpi tremendi senza capace di rialzarsi. Naturale se i segni di quella scossa, Casamicciola se li porta addosso uguali. Ancora dopo 12 mesi. Tra una zona rossa fatta di macerie. E case puntellate quando va bene. Un bollettino di guerra che recita ancora numeri da brivido per un comune di appena 6mila abitanti. Eccoli: 2000 case inagibili, 2800 sfollati di cui 400 residenti ancora in albergo, 30 tra strutture ricettive e ristoranti ancora chiusi e almeno 300 persone che un lavoro non l'hanno più trovato. E in molti casi qualcuno è emigrato. Così come gli alunni di 6 scuole che hanno il proprio plesso inagibile e il Municipio allocato in una ex risotrante-pizzeria di fronte al porto e al classico andirivieni di turisti che sbarcano senza accorgersi di nulla. Tutto uguale a 12 come a sei mesi fa.

L'EMERGENZA
«Abbiamo le mani legate» dice allargando le braccia Giuseppe Grimaldi, commissario per l'emergenza che doveva occuparsi della prima messa in sicurezza in attesa di un super commissario per la ricostruzione che non è mai arrivato. Quando verrà? Chissà. La nomina spetta al governo ma ad oggi non c'è ancora alcuna certezza se non le vaghe promesse di qualche esponente grillino di sottogoverno di dichiarare Casamicciola e gli altri due comuni di Lacco Ameno e Forio (ma con danni molto minori rispetto al primo) ufficialmente terremotati. Già. Perché ad oggi non lo sono ancora e dopo una prima sospensione di mutui e tributi la macchina della riscossione è ripartita alla grande e più veloce che mai. E quindi bisogna pagare Imu, tasse sui rifiuti e balzelli vari anche se il tuo immobile è inagibile. Una catastrofe sotto tutti i punti di vista.

«Con il paradosso che sono stati già stanziati 50 milioni di euro e sono disponibili da mesi presso palazzo Chigi ma senza la nomina per il commissario per la ricostruzione non si può toccare nemmeno un centesimo. Abbiamo provveduto solo alla mesa in sicurezza e a saldare i contributi per chi vive ancora in albergo», continua Grimaldi ieri in ricognizione sulla zona rossa di Casamicciola con i tecnici della Protezione civile per verificare i danni della scossa di 2,5 gradi. «E che doveva succedere? Tanto qui tutto quello che doveva crollare è già crollato», dice un anziano signore a piazza Maio davanti al presidio aperto 48 ore dopo il sisma dell'anno scorso per evitare che calasse l'attenzione sul disastro. Come poi purtroppo è accaduto. Naturale se Ischia è un'isola enorme e costretta a dividersi in sei comuni con il risultato che sin dal primo giorno si è tentato di minimizzare tutto per evitare la fuga di turisti. Come accaduto ieri mattina dove tutti i sindaci (tranne quello di Casamicciola) hanno fatto a gara per minimizzare subito la scossa. Per evitare panico e psicosi e, quindi, la fuga da un'isola che vive solo di turismo. Come poi è accaduto un anno fa.

 

IL SINDACO
«Capisco i miei colleghi ma qui è ancora un disastro: a parte un po' di lavori di messa in sicurezza fatti dal Comune e dalla struttura commissariale, tutto è rimasto uguale», dice rassegnato il sindaco di Casamicciola, Giovan Battista Castagna. E aggiunge: «Quella di oggi (ieri, ndr) è solo una ballatina, na cos' e' niente. Senza il sisma di 12 mesi fa non saremmo nemmeno qui a parlarne. Ma - continua il primo cittadino di area forzista - da allora tutto è cambiato e viviamo con la paura. Tutti con le cicatrici addosso che non riusciamo a far rimarginare». E se pure non ci pensi alle cicatrici addosso basta salire su a Casamicciola, girare tra i palazzi sventrati, che tutto ti torna in mente. L'ultima volta qui, c'eravamo stati alla vigilia di Natale, a sei mesi esatti dal sisma, ma nulla è cambiato da allora. Già. «E che doveva cambiare? Sfollati e case distrutte c'erano e sfollati e case distrutte ci sono», sentenzia il sindaco che si leva un sassolino dalla scarpa: «A Matteo Salvini che venne qui gli dissi: Tu dici prima gli italiani. E noi di Casamicciola che siamo?».
LA ZONA ROSSA
«Nella zona rossa, i cittadini possono accedere liberamente nonostante vi insistano evidenti problemi di staticità degli edifici. È pericolosissimo», attacca Annalisa Iaccarino, combattiva vicepresidente dell'associazione «Risorgeremo nuovamente» e titolare con la famiglia di un albergo che quest'anno non ha aperto i battenti. «Qui la ricostruzione non è ancora iniziata, tutto è fermo», attacca prima di prendersela con sindaci e politici colpevoli «di non aver alzato la voce, di non essersi fatti sentire e costringerci in una situazione tremenda: vivere tra le macerie, senza poter far nulla e in attesa di chissà cosa». Che poi quel chissà cosa è sempre il commissario che il premier Conte (in arrivo sull'isola il 21 agosto) dovrebbe nominare per far partire la ricostruzione. Altrimenti tutta la zona alta di Casamicciola è praticamente morta. Anche perché chi vuoi che venga qui ad albergare se intorno vede solo macerie? «Quante corse faccio? Una al giorno se va bene». E prima del sisma? «10-15. Siamo alla fame», dice Vincenzo Monti, tassista a Casamicciola da 4 generazioni che sul suo caratteristico taxi a tre ruote un cliente lo vede ormai raramente.
LA POLITICA
«Purtroppo questo sisma viene considerato di serie B», dice Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale azzurra che vive a Casamicciola e racconta la sua paura: «Non dormo più e da 12 mesi ho una borsa di ricambio sull'uscio di casa e una in auto. Tutto pronto per scappare se dovesse accadere qualcosa. Non lo auguro a nessuno». Lei, con l'ex ministro Anna Maria Bernini (che ieri attacca: «Le popolazioni colpite da terremoto sono state abbandonate a se stesse. Una vergogna»), ha cercato di spingere per la nomina del commissario ad parte del governo. «A luglio - spiega - è stato chiesto che i tre comuni ischitani fossero inseriti nel decreto sul sisma del centro Italia: in questo modo si poteva passare poi subito alla nomina del commissario. L'emendamento in Aula non è arrivato e il governo dice che vuole farlo con la legge di Bilancio a fine anno. Ancora altri mesi a vuoto». E la sensazione che quello di Ischia sia relegato a un sisma di serie B. «Non è una sensazione, è così: un terremoto isolano è diverso da quello del continente e Casamicciola - spiega la Di Scala - è lontano dalle passeggiate turistiche. Nessuno vede, nessuno nota e nessuno fa nulla. E mi fa male dirlo...». Cosa? «Solo due morti l'anno scorso non hanno eco. Dovevano esserci più vittime per fare qualcosa?».
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