Riduce alla fame il bimbo che ha adottato e lo imbottisce di droga per chiedere i sussidi: fingeva che il piccolo fosse malato

Lunedì 18 Marzo 2019 di Federica Macagnone
Riduce alla fame il bimbo che ha adottato e lo imbottisce di droga per chiedere i sussidi: fingeva che il piccolo fosse malato
Subdola e spietata, Lyubov Korotkova era riuscita a ingannare tutti facendosi passare per una madre amorevole che si prendeva cura, con dedizione e spirito di sacrificio, del figlio gravemente malato. In realtà era un orco della peggiore specie, capace, per ben otto anni, di torturare, ridurre alla fame e far ammalare di proposito quel bimbo che aveva adottato quando era ancora in fasce per un solo scopo: incassare i sussidi statali previsti per le disabilità e spenderli per sé in prodotti di lusso. La sua finzione era così ben architettata da riuscire a fuorviare i medici che avevano più volte visitato il bambino e a sollevare una iniziale protesta popolare nella città di Magadan, in Russia, quando, una volta smascherata, le era stato tolto l'affidamento del piccolo. Le proteste di chi la considerava un'eroina locale hanno però lasciato il posto allo sconcerto e all'indignazione quando le prove contro di lei si sono rivelate così schiaccianti da fugare ogni dubbio, facendola finire sotto processo e portandola a una condanna a sei anni di carcere. 

Lyubov è stata condannata per "crudeltà, umiliazione e tortura" per aver affamato e drogato con psicofarmaci il piccolo Valery Kondourov a partire da quando aveva tre anni, in modo tale da far credere ai medici che il bimbo avesse una malattia rara e inspiegabile. Oggi, a 11 anni, Valery è alto come un bambino di 5 anni e pesa come uno di 4. "Per otto anni - ha detto Svetlana Petrenko del Comitato investigativo federale russo - ha deliberatamente lasciato il bimbo affamato e gli ha somministrato medicinali per provocare manifestazioni cliniche di una malattia allo stomaco e poterlo registrare come disabile per ricevere varie indennità e assegni di malattia. Nel frattempo raccontava che lo stava facendo studiare a casa senza mandarlo a scuola per evitargli contatti con altre persone".

Solo dopo otto anni, finalmente, un anziano medico ha scoperto la verità visitando il ragazzino a fondo e con estremo scrupolo: il suo responso, che non lasciava adito a dubbi, diceva che Valery era assolutamente sano, e che i problemi di sviluppo e malnutrizione erano stati provocati dalla madre adottiva. Una volta smascherata, Lyubov si è vista togliere immediatamente l'affidamento del piccolo ed è stata incriminata, mentre Valery, che si trovava ormai a un passo dalla morte, è stato affidato a un'altra famiglia ed è attualmente seguito da Svetlana Suleimanova, la psicologa che si è occupata di lui subito dopo la "liberazione" dalle grinfie di Lyubov. La donna, oltre a scontare sei anni in carcere, dovrà restituire tutti i sussidi percepiti indebitamente in questi anni, una cifra pari a 60mila euro, e risarcire Valery con 10mila euro per danni morali. Fermo restando che nessuna cifra al mondo potrà mai ripagare il bimbo per i danni subiti in quegli anni d'inferno: danni che lo accompagneranno per tutta la vita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA