Prigozhin morto, Stefanini: «La Wagner in Africa resterà, a Putin conviene: i suoi affari nel continente sono un ricatto per l’Europa»

Intervista all'ambasciatore, consigliere dell'Ispi ed ex rappresentante d'Italia alla Nato

Venerdì 25 Agosto 2023 di Marco Ventura
Prigozhin morto, Stefanini: «La Wagner in Africa resterà, a Putin conviene: i suoi affari nel continente sono un ricatto per l’Europa»

«Il Cremlino continuerà a giocare la carta Wagner in Africa. Potrà cambiarne il nome, nuovi militari reclutati a Mosca potrebbero sostituire i mercenari o rafforzarli. Resta il fatto che la Wagner fa un servizio politico notevole per gli interessi russi e Putin la vorrà più forte, ma soprattutto più disciplinata. Gli uomini Wagner, ai quali non dispiacerà tornare in licenza ogni tanto in Russia, ci penseranno due volte prima di mettersi contro Putin quando compreranno il biglietto aereo per Mosca». L'ambasciatore Stefano Stefanini, consigliere dell'Ispi ed ex rappresentante d'Italia alla Nato, esclude che Putin voglia dismettere l'organizzazione creata dal suo ex cuoco. «In Africa, la Cina può contare su una formidabile penetrazione economica, l'Occidente sulla propria economia e tecnologia, e su antichi legami. E la Russia su Wagner. Prigozhin lo aveva capito benissimo e nel suo ultimo video aveva detto che il suo obiettivo era quello di portare avanti gli interessi della "grande nazione russa" in Africa».
Sembra non essergli bastato a restare in vita?
«No.

Ma possiamo immaginare che Putin vorrà adesso una Wagner più in riga con la politica estera russa in Africa. A rendere credibile il ministro degli esteri Lavrov agli occhi dei suoi interlocutori africani è proprio la presenza di Wagner. L'organizzazione è economicamente sostenibile, sia perché rispetto ad altre operazioni militari classiche ha costi limitati, sia perché le spese sono compensate dall'appropriazione dei profitti dovuti fra l'altro alle concessioni minerarie».

Prigozhin morto, Africa nel caos: rischio ondate di migranti dopo il vuoto di potere lasciato dalla Wagner


Il costo non salirebbe se dovessero davvero fare la guerra alla Jihad come dicono?
«Per il momento sembra che Wagner sia più incline a un patto leonino, a un accordo di mutua convenienza coi jihadisti, in base a una spartizione del territorio e non belligeranza, tipo gang metropolitane. E siccome né Wagner né la Russia, e tanto meno i governi locali o i movimenti della Jihad, hanno interesse a frenare, disciplinare, regolare il traffico migratorio verso l'Europa, possiamo solo aspettarci che il traffico aumenti. In realtà, dalle notizie che abbiamo, sia Wagner che alcuni movimenti jihadisti sono stati complici o principali artefici di questi traffici».
In Siria il Cremlino sembra aver avviato il passaggio del testimone dai capi di Wagner alle gerarchie militari russe senza problemi.
«In Siria la presenza russa è strutturata, conta su aviazione e forze di terra regolari, e Wagner ha un ruolo complementare. Quanto all'Africa, si tratta del terzo teatro di confronto e scontro globale tra le superpotenze. Uno è quello euro-atlantico, il secondo è quello indo-pacifico. Ma dimentichiamo spesso l'Africa, che è strategica per la Cina e che lo sta diventando sempre di più per l'Europa. Lo è come fonte di approvvigionamento energetico, per minerali cruciali rispetto alla transizione verde e per le terre rare. In più, è fonte di immigrazione illegale in Europa e Italia. Il problema non riguarda tanto Libia e Tunisia, paesi di transito, ma l'Africa subsahariana da cui arriva il grosso. Ci dobbiamo preoccupare della sicurezza in tutta la fascia del Sahel, per la forte presenza jihadista che la Francia è riuscita a contenere finché non è uscita di scena in Mali, scalzata da Wagner».

Prigozhin morto, cosa non torna dell'incidente: tutti i dubbi e i misteri. E spunta l'ipotesi del "secondo aereo"


L'Europa sta perdendo il controllo della situazione?
«Ai francesi è subentrata Wagner, a quanto pare più interessata alle concessioni minerarie e ad approfittare delle ricchezze naturali di quei paesi in cambio del sostegno offerto a regimi poco democratici o poco rispettosi dei diritti umani. E in questa enorme fascia che divide l'Africa del Nord dal resto del continente, le due presenze principali di controllo del territorio sono i movimenti jihadisti e la Wagner, che appoggia governi golpisti o dittatoriali attraverso i quali passa il traffico di migranti verso il Mediterraneo. E Wagner e la Jihad esercitano un "diritto" di pedaggio».
 

Ultimo aggiornamento: 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA