Il Mar Mediterraneo è minacciato dalle ondate di calore che colpiscono i suoi strati più profondi, dove la temperatura può aumentare fino a 2 gradi rispetto alla media. Il fenomeno si avverte soprattutto nello Ionio e nella zona sud occidentale e rischia di decimare le specie, soprattutto coralli alghe e spugne. È quanto emerge dalla ricostruzione di 35 anni di storia delle ondate di calore nel Mar Mediterraneo, dal 1982 e al 2017.
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Pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, la ricerca si deve al gruppo del Centro Nazionale francese per le ricerche meteorologiche a Tolosa e università di Tolosa, coordinato da Pierre Nabat. Le ondate di calore sono episodi di riscaldamento anomalo del mare che possono avere impatti devastanti sugli ecosistemi marini. Nel 2003, il Mar Mediterraneo, a esempio, ha subito un'ondata di calore devastante che ha decimato popolazioni di spugne, alghe e coralli.
Mar Mediterraneo TROPPO CALDO: conseguenze del meteo: I dati meteo non lasciano spazio a dubbi: una delle conseguenze di un'estate così calda e asciutta e che il mar Mediterraneo sia decisamente troppo caldo. Abbiamo già discusso delle possibili… https://t.co/sTR6Dxyyu1 pic.twitter.com/cXalpKNwzG
— Stazione meteo (@Barcellonameteo) August 23, 2019
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I risultati mostrano che le ondate di calore marine negli strati superficiali durano circa 15 giorni, coprono circa il 20% del bacino del Mediterraneo dove le temperature salgono in media di 0,6 gradi, e sono più frequenti delle ondate di calore in profondità. Tuttavia le ondate di calore in profondità sono più lunghe e più severe: durano circa 20 giorni alla profondità di 23 metri (in alcune regioni del Mediterraneo nord-occidentale, Jonio e Adriatico) e fino a 50 giorni a 41 e 55 metri, dove il mare si scalda di 1-1,7 gradi, con picchi di 2 gradi nello Ionio e nella parte sud occidentale del bacino. Ciò significa che le specie marine che vivono in profondità hanno maggiori probabilità di morte quando si verifica un brusco cambiamento di temperatura.