Guerra Ucraina, da Roma a Kiev i nuovi cannoni anti-droni: nella Tiburtina Valley la fabbrica dello scudo

Nella Tiburtina Valley lo stabilimento del ramo italiano del colosso tedesco delle armi Rheinmetall: come funziona il nuovo sistema Oerlikon Skynex​ che alza un muro di piombo

Martedì 9 Maggio 2023 di Mario Landi
Guerra Ucraina, da Roma a Kiev i micidiali cannoni anti-droni destinati all'esercito di Zelensky: infallibile muro di piombo. Video

Non fosse per la musica cupa da thriller, l'incipit sembra preso da un documentario di National Geographic sulle meravigliose, verdissime foreste di conifere delle valli svizzere, località Vorder Aueli, a sud di Zurigo, mille metri di quota, vista mozzafiato sull'innevato massiccio del Mürtschenstock, cantone di Glarona.

Vedute aeree dei boschi, cascate cristalline fra le rocce, lieve bisbiglìo di eliche poco sopra i boschi. La colonna sonora tace quando una raffica micidiale di proiettili a frammentazione calibro 35 spazza via dal cielo la squadriglia di otto droni che cadono in mille pezzettini fra gli abeti smeraldo: il cannoncino carrabile spara in meno di tre secondi una dozzina di colpi (può arrivare a 16 al secondo, mille al minuto, un muro di piombo) con una precisione strabiliante considerato che quei bersagli sacrificali sono proprio piccoli.

Dal documentario alpino alla tragedia della guerra in Ucraina in cui i russi lanciano droni anche su civili. 

Ecco il nuovissimo sistema missilistico di difesa a corto raggio Oerlikon Skynex​ fabbricato a Roma e destinato anche all'Ucraina che lo usa soprattutto per abbattere in particolare i droni Shaded a tecnologia iraniana a basso costo con cui Mosca martella obbiettivi militari e civili. Non è che sia difficile tirarli giù perché volano in maniera lineare e a bassa velocità (bassa è anche la quota della traiettoria) ma è che sono tanti e gli ucraini non possono permettersi di sprecare i pochi missili che hanno e che vogliono risparmiare per colpire bersagli più impegnativi.  

Il sistema messo a punto tra Svizzera e Germania dalla Rheinmetall viene realizzato nella Tiburtina Valley dalla Rheinmetall Italia, dal nome dello storico gruppo con sede legale in Germania e fabbriche in mezzo mondo, che ha da tempo rilevato la svizzera Oerlikon, altro nome che campeggia da oltre un secolo nelle cronache di guerra. Per dire, la Rheinmetall, la più imponente industria tedesca degli armamenti, con il nome di Rheinische Metallwaaren venne fondata nel 1883 raggiungendo un'enorme espansione mezzo secolo dopo quando equipaggiò l'esercito nazista. Trent'anni fa ha assorbito anche la Mauser, altra azienda leader tedesca delle armi. L'Oerlikon, nata nella neutrale svizzera, è sinonimo, a partire dalla seconda guerra mondiale, di mitraglie a canne multiple e a tiro rapidissimo, calibro 20 millimetri in particolare quelle usate dalla contraerea. 

Armin Papperger, direttore generale di Rheinmetall AG ha confermato - riporta il sito ucraino Ukrinform  - la fornitura dei primi due sistemi all'Ucraina: «Il sistema Skynex e l'ultimo sviluppo dello Skyranger sono stati inviati a Kiev: quattro di queste installazioni sarebbero sufficienti per chiudere completamente il cielo sopra Berlino, ma la Germania attualmente non ha questo sistema difensivo».

 A fabbricare diverse parti del sistema Oerlikon Skynex è appunto alle porte di Roma la Rheinmetall Italia che trasforma in realtà i nuovi  'revolver gun Mk3': una capacità che ha reso lo stabilimento alle porte della Capitale leader nella difesa aerea e nella tecnologia radar.

Ma perché questo sistema avanzato che fa gola anche agli americani viene fabbricato in Italia? La delocalizzazione permettere di esportare l'arma verso l'Ucraina in guerra senza alcun impedimento, viste le norme stringenti previste per la neutrale Svizzera, legata a specifiche autorizzazioni per il commercio, la mediazione, l'importazione, l'esportazione e il transito di materiale bellico, compreso il know-how.

Il cuore dello scudo antidrone "made in Italy" è il sistema di puntamento radar satellitare che intercetta anche il bersaglio più piccolo e che viene investito dai frammenti dei proiettili calibro 35 che esplodono in prossimità del drone, o del missile anche di media grandezza, creando appunto un muro di piombo.

Il cannone antiaereo a fuoco rapido Oerlikon Revolver Gun Mk3 da 35 millimetri è in grado di sparare proiettili programmabili Ahead che hanno un timer per la detonazione e che non sono intercettabili da contromisure elettroniche: un telemetro laser misura la distanza del bersaglio e calcola automaticamente il tempo di esplosione del proiettile che costa 4mila euro a pezzo. Per ogni drone ne servono da uno a tre. Il bersaglio, anche un missile vero e proprio a medio raggio, può essere individuato dai radar della postazione (governabile anche da remoto) fino a 50 chilometri di distanza, poi il cannone ha una gittata di 4,5 chilometri. Un sistema che è stato anche definito il nuovo Gepard, il più efficace cannone contraereo made in Germany e ugualmente in uso ora agli Ucraini.

Dal sito Ukrinform.ua

La Rheinmetall Italia - designata come 'radar house' della casa madre tedesca - ha più di cinquant'anni di esperienza nella progettazione, sviluppo e realizzazione di radar per la sorveglianza e l'inseguimento aereo. La sua produzione, che si avvale di circa trecento dipendenti, si concentra nel campo dei sistemi di difesa a corto e cortissimo raggio. Per questo motivo l'obiettivo dello Skynex potrebbero essere principalmente i droni nemici: una scelta che permetterebbe a Kiev di alleggerire l'utilizzo di sistemi missilistici di difesa più complessi, che invece verrebbero utilizzati per razzi e minacce aeree di più ampia portata.

Solo due mesi fa l'amministratore delegato della Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani, ascoltato in Commissione Difesa alla Camera, aveva spiegato che in un anno di conflitto in Ucraina si erano consumate «due volte l'intera produzione di munizionamento degli Usa e dell'Ue. In Italia - per Ercolani - serviranno fino a due anni per recuperare il quantitativo di munizionamento tra le scorte nei magazzini. L'investimento riguarda decine di milioni di euro».

Un altro rumour che coinvolgeva il nostro Paese nelle forniture militari era stato invece smentito qualche mese fa e riguardava le ipotesi di alcuni media tedeschi, secondo cui alcuni vecchi tank Leopard 1 già dismessi nei magazzini italiani sarebbero stati riconvertiti in Svizzera. Secondo alcune fonti, oltre alle limitazioni delle norme svizzere, quei carri armati sarebbero però stati accantonati per questioni di carattere ambientale e resi anche militarmente non impiegabili.

Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA