I jet-radar Gulfstream 550 Caew italiani schierati nel Mar Rosso. «Intercetteranno i razzi degli Houthi»

Parte la missione europea Atalanta: la nostra Marina invia la fregata Martinengo

Venerdì 2 Febbraio 2024 di Marco Ventura
Mar Rosso, l'Italia schiera i jet-radar G550 Caew. «Intercetteranno i razzi degli Houthi»

Salperà domenica 11 febbraio dalle coste di Gibuti, di fronte allo Yemen, la nave "Federico Martinengo", la fregata missilistica della nostra Marina militare dispiegata nel Mar Rosso nell'operazione a guida europea "Atalanta" contro la pirateria.

Ma stavolta il compito sarà di vigilanza marittima e a garanzia della libertà delle rotte commerciali, a protezione delle unità mercantili contro gli attacchi dei guerriglieri yemeniti Houthi filo-iraniani nel quadro dell'altra operazione Ue Aspides.

 

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Lo spiegamento di forze

È il ministro della Difesa, Guido Crosetto, reduce dalla riunione coi suoi colleghi a Bruxelles, a informare le Commissioni Difesa di Camera e Senato sull'impiego del "Federico Martinengo" e su quello, possibile, dei nostri avanzati aerei-radar già attivi sul fronte Est della Nato, i G550 Caew del 14° Stormo dell'Aeronautica militare. In pratica, radar volanti dotati di un sistema multi-sensore con funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni. È questo, al momento, l'apporto che l'Italia potrà dare alla missione Aspides guidata da Atene, che avrà il suo quartier generale a Larissa, in Grecia, e il cui comando potrebbe passare da Atene a Roma in futuro. «Auspichiamo dice Crosetto la partecipazione di Paesi arabi moderati che volessero unirsi a questo sforzo collettivo di sicurezza, e dell'India». Egitto e Arabia Saudita sono tra i Paesi più interessati a una vigilanza che affianchi quella anglo-americana Prosperity Guardian, che a differenza delle altre presenti nell'area ha un assetto anche offensivo: a ogni attacco degli Houthi ne bombarda le postazioni a terra. L'Italia, dice Crosetto, concorrerà quindi alla Aspides «con almeno una nave nel Mar Rosso per 12 mesi e stiamo valutando la possibilità di fornire assetti aerei con capacità di sorveglianza e raccolta dati».

 

@ilmessaggero.it Tre navi e un migliaio di militari Ue, tra operativi e di supporto. Dopo il via libera arrivato dal Consiglio europeo dei ministri degli Esteri, inizia a riempirsi il contenitore della missione “Aspis” a difesa dei mercantili in viaggio nel Mar Rosso. Al netto dell’accelerazione provata ad imprimere anche dal ministro Antonio Tajani per i dettagli operativi bisognerà attendere ancora. Tuttavia lo schema su cui si sta ragionando è quello di inviare ad incrociare le rotte dei cargo che attraversano il pericoloso stretto di Bab el-Mandeb tre differenti fregate con a bordo sistemi anti-razzo e anti-drone. A fornirle dovrebbero essere i principali proponenti della missione, ovvero Italia, Francia e Germania. #ilmessaggero #italia #guerra #houthi #marrosso #aspis #ue #usa ♬ suono originale - Il Messaggero

Gli assetti

In pratica, i nostri velivoli-radar dovrebbero monitorare ogni minima mossa sospetta degli Houthi. Si tratta di scelte inevitabili, spiega Crosetto, di fronte a una «minaccia ibrida globale», perché i missili sui mercantili nel Mar Rosso «minacciano anche la nostra stabilità economica, col rischio di marginalizzare i nostri porti nel Mediterraneo. Noi siamo un Paese esportatore». E c'è di più. Siccome gli Houthi non colpiscono le navi russe e cinesi, questo «crea uno squilibrio competitivo che impatterà in modo violento e asimmettrico su di noi e sulle nostre economie. È uno degli strumenti più efficaci con cui Mosca e Pechino perseguono l'obiettivo di prevalere nella competizione internazionale e guadagnare nuove sfere di influenza rendendo il confronto con l'Occidente insostenibile». Oltretutto, aggiunge il ministro, i miliziani yemeniti valgono militarmente «dieci volte Hamas».

 

Il ruolo Ue

Quanto poi al timone della missione UE, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ricorda che «l'Italia ha avuto un ruolo di guida, l'iniziativa politica è stata dell'Italia che ha portato con sé la Francia e la Germania». Riguardo alla rotazione del comando di missione, l'importante «è che la missione sia operativa, e che sia garantita la sicurezza delle navi mercantili». Non sarà una missione che colpirà direttamente in Yemen. Non è escluso, però, che il comando in seguito passi anche all'Italia.
 

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 07:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA