Perché non è giusto pubblicare le foto delle maestre accusate di aver maltrattate i bimbi

Martedì 6 Marzo 2018
8
Egregio Direttore,
fa rabbrividire la notizia dei maltrattamenti subiti dai piccoli di Zoppola, in provincia di Pordenone, da parte delle maestre. Le persone (maestre, assistenti, infermieri ecc.) preposte alla cura dei soggetti più vulnerabili (non solo bambini ma anche, per esempio, anziani e disabili) che abusano di loro non meritano alcuna clemenza. I loro volti, le loro generalità complete meritano la prima pagina del giornale. Lo so, in questi casi sarebbe più appropriato usare il condizionale, ma son troppo indignata. Questo per due motivi: per poter essere riconosciute da tutti, ma anche e soprattutto per tutelare i numerosi operatori (fortunatamente la maggior parte) che quotidianamente si dedicano alla cura dei più deboli con amore, passione e professionalità.

Anna Maria Maluta
Fontanafredda (Pn)


-- 

Cara lettrice,
quanto è accaduto nella scuola per l'infanzia di Orcenico Superiore fa davvero venire i brividi: venti bambini tra i due e i sei anni sarebbero stati oggetto di maltrattamenti da parte di quattro insegnanti e una bidella. I filmati dei carabinieri non lascerebbero dubbi su quanto succedeva dentro le mura di quella scuola. Capisco quindi i suoi sentimenti. Lei dice: non meritano clemenza. Ha ragione. Alcuni anni fa Giorgio Gaber, rispondendo a un'intervista, disse che: «Al posto dell'indignazione e della rabbia, ci è stata instillata l'ipocrisia della bontà, di una solidarietà fatta su misura per mettere a posto le coscienze». Ecco, noi non siamo e non vogliamo essere ipocriti. E neppure nascondere l'odiosa gravita di ciò che è avvenuto in quella scuola. Ma crediamo, o almeno cerchiamo di avere un senso della civiltà e un rispetto della persona ben diverse da quelli delle maestre violente di quella scuola d'infanzia.

Se hanno commesso ciò si cui sono accusate, speriamo che quelle insegnanti vengano punite con il massimo della pena prevista dai nostri codici. E che le loro foto ci vengano messe a disposizione per poterle pubblicare. Ma se sono colpevoli, tutte e in egual modo, deve stabilirlo prima un tribunale, non noi. Loro, se è vero ciò di cui sono accusate, hanno colpito degli innocenti. Noi non vogliamo correre il rischio di farlo. Non siamo come loro.
Ultimo aggiornamento: 15:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci