Voto in Regione sulla Crimea, meglio pensare a casa nostra

Sabato 21 Maggio 2016
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Caro Direttore,
ho appreso che il Consiglio Regionale del Veneto, a grande maggioranza (29 sì su 40 votanti) ha deliberato su una questione di politica estera, riguardante i rapporti tra Ucraina e Russia per l’annessione della Crimea: mi sembra un errore ed anche inutile; la delibera non avvicinerà per niente una soluzione politica per quanto riguarda l’embargo che l’Unione Europea ha decretato nei confronti della Russia di Putin. 
Il caso sarebbe stato diverso, se l’Assemblea avesse approvato una mozione che rendesse evidenti le gravi difficoltà che l’economia Veneta sta subendo a seguito delle sanzioni, magari auspicando un maggior impegno da parte del Governo Centrale. 
Un provvedimento di questo tipo, sarebbe potuto essere firmato anche da altri Consigli Regionali, rafforzandone la validità, mentre così, entrando nel vivo della questione Crimea, resta una delibera che non aiuta nessuno. In ogni caso, ho qualche dubbio che lo Statuto Regionale, consenta di deliberare su argomenti di politica Estera.


Gino De Carli
Soranzen (Belluno)


Caro lettore, 
lungi da me ogni intenzione di violare le libertà dei consiglieri regionali veneti o di limitarne il raggio d'azione ideale entro gli angusti limiti del territorio che li ha eletti. 
Ma ho l'impressione che quella mozione più che a guadagnare consensi e attenzioni alla causa della Crimea russa, rispondesse all'esigenza di qualche consigliere di guadagnarsi un po' di visibilità. Niente di così grave, dunque. Certo, sarebbe auspicabile che il Consiglio regionale veneto riuscisse a deliberare così rapidamente e con così larghe maggioranze anche su temi più vicini agli interessi immediati dei cittadini veneti. Ma possiamo capire gli inquilini di Palazzo Ferro Fini: trovare l'accordo sulla lontana Crimea è facile, sulle Asl è invece maledettemente difficile.
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