Caro Direttore,
da uno studio fatto dall’ Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, pubblicata su una rivista specializzata, The Lancet Oncology e fatta propria dalla Organizzazione mondiale della Sanità, che opera per conto dell’Onu, sembrerebbe che insaccati e carni rosse siano responsabili di molte forme di cancro.
Da tempo leggo con qualche diffidenza proclami che mi sembrano catastrofici e forse è per questo che mi son chiesto: ma chi ha pagato la ricerca, saranno mica allevatori di polli, esclusi dalle carni pericolose?
Siccome non si deve scherzare sulle cose serie, un amico ha fatto una ricerca veloce sul pc constatando per esempio che la percentuale dei morti per tumori in Italia è molto più grande dei morti per la stessa malattia negli Stati Uniti, dove si consuma il 60% di carne in più che da noi e dove mi pare che si mangino tanti di quegli insaccati e macinati che noi ce li sogniamo.
E allora come dovremo comportarci?
Gino De Carli
Soranzen (Bl)
Caro lettore,
spesso le statistiche vengono usate solo per dar forza alle proprie convinzioni. La mia sensazione è che siamo di fronte a un ennesimo caso di integralismo alimentare o, se preferisce, di terrorismo salutista. Lo sappiamo tutti: è scientificamente provato che l'uso eccessivo di carne (non meno di altri cibi e bevande) non è compatibile con una corretta dieta. Ma da qui a definire gli insaccati come cancerogeni o equiparare la carne rossa a una specie di sostanza velenosa, ce ne passa.
Con tutto il rispetto per il centro dell'OMS, quella ricerca ho la sensazione che risponde più a dettami ideologici che a criteri puramente scientifici. Aggiungo una considerazione da profano: in Italia la vita media in questi anni e' progressivamente aumentata fino a raggiungere quasi gli 81anni per gli uomini e 85 per le donne: un record. Questo forse non significa che il nostro stile di vita alimentare, che ha nella carne e negli insaccati alcuni dei suoi elementi tradizionali, non è così sbagliato. O no?
da uno studio fatto dall’ Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, pubblicata su una rivista specializzata, The Lancet Oncology e fatta propria dalla Organizzazione mondiale della Sanità, che opera per conto dell’Onu, sembrerebbe che insaccati e carni rosse siano responsabili di molte forme di cancro.
Da tempo leggo con qualche diffidenza proclami che mi sembrano catastrofici e forse è per questo che mi son chiesto: ma chi ha pagato la ricerca, saranno mica allevatori di polli, esclusi dalle carni pericolose?
Siccome non si deve scherzare sulle cose serie, un amico ha fatto una ricerca veloce sul pc constatando per esempio che la percentuale dei morti per tumori in Italia è molto più grande dei morti per la stessa malattia negli Stati Uniti, dove si consuma il 60% di carne in più che da noi e dove mi pare che si mangino tanti di quegli insaccati e macinati che noi ce li sogniamo.
E allora come dovremo comportarci?
Gino De Carli
Soranzen (Bl)
Caro lettore,
spesso le statistiche vengono usate solo per dar forza alle proprie convinzioni. La mia sensazione è che siamo di fronte a un ennesimo caso di integralismo alimentare o, se preferisce, di terrorismo salutista. Lo sappiamo tutti: è scientificamente provato che l'uso eccessivo di carne (non meno di altri cibi e bevande) non è compatibile con una corretta dieta. Ma da qui a definire gli insaccati come cancerogeni o equiparare la carne rossa a una specie di sostanza velenosa, ce ne passa.
Con tutto il rispetto per il centro dell'OMS, quella ricerca ho la sensazione che risponde più a dettami ideologici che a criteri puramente scientifici. Aggiungo una considerazione da profano: in Italia la vita media in questi anni e' progressivamente aumentata fino a raggiungere quasi gli 81anni per gli uomini e 85 per le donne: un record. Questo forse non significa che il nostro stile di vita alimentare, che ha nella carne e negli insaccati alcuni dei suoi elementi tradizionali, non è così sbagliato. O no?
